C’è la coppa dei piccoli della Motta con le storie del signor Bonaventura scritte sopra e ci sono le caramelle Topolino. Naturalmente, poi, la sera c’è Carosello, ma anche la serie tv I Giacobini dove Serge Reggiani fa sognare nei panni rivoluzionari di Robespierre. E l’album di Pecos Bill da riguardare prima di dormire. Questa volta, il bambino che va a Seggiano dalla nonna per mangiare il riso con l’uovo (l’unico piatto che le riesce bene) non è soltanto un personaggio da fiaba che sbircia gli altri fra i cespugli dei boschi. O meglio, il protagonista qualcosa di fiabesco l’ha conservato pure ed è quella capacità di divertirsi e provare stupore per un archivio visivo e sonoro impressionante, che lui nel tempo – da grande – metterà in fila scrivendo e ricordando, a occhi chiusi.

Marco Giusti, autore televisivo, studioso di cinema, nostro prezioso collaboratore spunta fra le pagine come scrittore per lettori in miniatura. È alla sua prima prova, ma è una passione antica la sua. Il fascino perverso della letteratura per ragazzi, cha aiuta a far deragliare il quotidiano, a lasciare il marciapiede della Storia per addentrarsi in sentieri bianchi, non asfaltati. Gli stessi dei fumetti e dei supereroi. Qui, in La montagna dei polpettini (Salani, pp. 196, euro 12,90) procede a specchio, raccontando di un certo Marco, delle sue scorribande estive nella provincia toscana (Giusti è grossetano), delle paure e desideri dell’infanzia quando si popola di presenze misteriose, di notti senza i genitori, di leggende urticanti, di gossip e passioni proibite dei divi di Hollywood, dell’eccitazione collettiva per la festa drappeggiatissima del Corpus Domini.

Il libro – in linea con un certo collezionismo sentimentale dell’autore che da anni tesse trame fra le immagini crendo vere e proprie oasi di culto – è una rigogliosa giungla di citazioni culturali, soprattutto un atto d’amore incondizionato ai saperi televisivi (e pubblicitari) persi ormai nel buio del passato. Fra i protagonisti della «battuta di caccia» ci sono due asini parlanti, il topino Ughetto, sorta di Virgilio dei gironi della fantasia, la civetta Delia. Destinazione, la Casa delle Fate, un luogo tutto da scoprire e di cui in paese si favoleggia che ogni notte i Polpettini la distruggano, ma che ogni mattina venga ritrovata magicamente in piedi, ricostruita di tutto punto. Qualcuno però li ha mai visti i Polpettini? Forse lo zio di Marco sì e dice anche che sono cattivissimi, mordono, e hanno l’odore forte delle polpette di carne in stato avanzato di decomposizione. Sono teppaglia, banditi che non sanno cos’è l’amicizia e vanno in cerca di bottini facili, compreso il topo Ughetto che viene rapito per chiedere un riscatto in… tappi!