In un saggio apparso meno di due mesi fa su The New Statesman, Bernardine Evaristo, ricordando che i bianchi non sono numericamente prevalenti sul pianeta, sottolineava come i «romanzi della maggioranza globale» – ovvero le narrazioni scritte da autrici e autori di colore – siano quasi esclusivamente interpretati dalla critica bianca come speculazioni identitarie, indipendentemente dal genere o dal tema trattato. «Quando quei pochi romanzi … sono celebrati», concludeva Evaristo, «c’è chi dice che è per political correctness e non per la qualità oggettiva dei lavori – lavori che è ben poco probabile si degnino di leggere». Viene da chiedersi...