Una settimana di iniziative e assemblee per fermare le morti sul lavoro. Lo hanno deciso Cgil, Cisl e Uil (che tornano unite dopo la divisione dello sciopero generale prima di natale), dopo i drammatici infortuni mortali a giovani e giovanissimi degli ultimi giorni.
«Non c’è più tempo, non siamo disponibili ad attendere oltre, continuando a contare lavoratori e studenti morti sul lavoro o durante un’esperienza formativa in azienda. Occorre intervenire subito con provvedimenti in grado di fermare la strage. Per questo Cgil, Cisl e Uil dal 21 febbraio daranno il via «ad una settimana di iniziative». È quanto dichiarano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.
I segretari generali delle tre confederazioni annunciano che a partire da lunedì prossimo «saranno organizzate iniziative ed assemblee nei luoghi di lavoro. I delegati sindacali – spiegano Landini, Sbarra e Bombardieri – dialogheranno con i lavoratori e le lavoratrici, stagisti, tirocinanti e ragazzi e ragazze che svolgono percorsi di apprendimento scuola/lavoro sul tema della sicurezza e sul diritto a vedere garantita l’incolumità di chi opera, come dipendente o studente impegnato in un percorso formativo di vario tipo, all’interno di un’azienda, un cantiere o qualsivoglia luogo di lavoro».
«È necessario, e le morti di Lorenzo e Giuseppe a distanza di pochi giorni lo hanno drammaticamente confermato, potenziare e migliorare i controlli e garantire una formazione specifica, agli studenti, ai tutor e ai dipendenti già presenti in azienda con linee guida condivise su come operare in queste situazioni». Inoltre, per Cgil, Cisl e Uil «non è accettabile che la presenza di studenti venga considerata al pari di lavoro subordinato vero e proprio».
«Ministeri competenti ed Enti locali – proseguono i dirigenti sindacali – si facciano immediatamente carico di questa situazione insostenibile. Imprese, organi di vigilanza e associazioni di categoria si assumano le proprie responsabilità. È il momento di risposte certe sul tema degli infortuni sul luogo di lavoro e in itinere. Chiunque esca la mattina dalla propria casa per andare a lavorare o per un’esperienza formativa prevista dal proprio percorso di studi, deve avere la certezza di tornarvi la sera», concludono Landini, Sbarra e Bombardieri.