Il cibo artificiale è sempre più popolare. Questa tendenza si basa sullo sviluppo di una nuova linea di prodotti alimentari sintetici e ultra-lavorati e sui recenti progressi della biologia sintetica, dell’intelligenza artificiale e della biotecnologia. Questi nuovi prodotti cercano di imitare e sostituire i prodotti animali, gli additivi alimentari e gli ingredienti costosi, rari o socialmente conflittuali. Le aziende biotecnologiche e i giganti dell’agroalimentare vedono l’opportunità di entrare nel promettente mercato del consumo «verde» e quindi questi prodotti sono pubblicizzati specialmente per conquistare una nuova generazione di consumatori attenti all’ambiente.

Imitazioni di hamburger e salsicce, di formaggi, latticini, frutti di mare e altro, hanno, di conseguenza, cominciato a invadere il mercato, dalle catene di fast food ai negozi di alimentari locali. In alcuni casi le imitazioni promettono di entrare in concorrenza con prodotti locali di eccellenza. E’ il caso della mozzarella. La Formo è una startup con sede a Berlino che produce mozzarella e ricotta artificiali usando microrganismi che incorporano informazioni genetiche per sintetizzare le proteine del latte attraverso la fermentazione. L’azienda ha ricevuto un finanziamento record di 50 milioni di dollari, la somma più alta che una start-up europea di tecnologia alimentare abbia ricevuto fino ad oggi.

Secondo l’ultimo rapporto di Navdanya International sull’alimentazione artificiale, questi prodotti, anche se commercializzati come «ecologici» e «sani», non risolvono i problemi ambientali e sanitari causati dall’agricoltura industriale. Gli ingredienti provengono infatti da colture coltivate in modo convenzionale, per lo più Ogm. Sono le stesse vaste monocolture, caratterizzate da pesanti input chimici e dall’uso intensivo dell’acqua, che richiedono metodi di lavorazione pesanti, che necessitano di immense catene di fornitura globali e che spesso sono causa del fenomeno della deforestazione. Ben lontani dal poter essere definiti eco-friendly, questi prodotti rappresentano la prossima generazione di cibi spazzatura ultra-processati. Per esempio, l’Impossible Burger è fatto quasi interamente di grano, mais, soia, cocco e patata prodotti industrialmente, oltre ad altri ingredienti bioingegnerizzati. Secondo recenti analisi l’hamburger contiene tracce di glifosato mentre l’heme, il principale ingrediente che rende la carne succosa è Ogm.

Gli alimenti sintetici stanno rapidamente diventando un altro strumento per consolidare ancora più potere nelle mani di pochi giganti alimentari senza affrontare l’ emergenza ecologica.

Promuovendo l’illusione di vivere al di fuori dei processi ecologici della natura, queste nuove tecnologie servono soprattutto ad aumentare il controllo delle aziende multinazionali sul cibo e sulla salute, ad accelerare il collasso delle economie alimentari locali e a erodere ulteriormente la sovranità alimentare. Le soluzioni alla crisi ambientale dovrebbero essere basate sulla rigenerazione dell’ambiente attraverso pratiche agroecologiche e rigenerative.