Le Anime morte è il luogo dei vuoti: i quattro o cinque piani ripiegati su se stessi, densi di parole-feticcio e anacoluti, di una sintassi di geniale irresponsabilità, quando crollano, non lasciano che assenze, mancanza, la lancinante inadeguatezza del tessuto sociale e umano della Russia di metà Ottocento. Il vuoto dei contadini-schiavi defunti, comprati e ipotecati per raggiro. Il vuoto della comunicazione, del senno, del potere. Il vuoto delle anime semivive dei padroni, i proprietari terrieri che nell’abbastanza esplicita modellizzazione dantesca esemplificano gola, lussuria, iracondia, avarizia. Della genia degli ignari e degli ignavi è il primo possidente da cui si...