Il 6 luglio 1918 i socialrivoluzionari di sinistra insorsero e vennero schiacciati dal potere bolscevico. Si concludeva così la breve fase di coalizione del potere sovietico dopo la rivoluzione d’Ottobre. Una nuova fase politica si apriva per la Russia, segnata dalla guerra civile e dalla dittatura monopartitica. Per ricordare quella tragica vicenda l’Archivio Statale di Storia politico-sociale (ex Archivio Comintern) di Mosca in collaborazione con l’archivio del FSB, la Fondazione Rosa Luxemburg e la casa cinematografica Mosfyl’m ha organizzato il 28 giugno scorso una giornata per ricordare e riflettere su quel passaggio storico. Presenti studiosi dell’epoca sovietica e giornalisti ma anche giovani studenti interessati a conoscere una pagina di storia poco nota anche in Russia.

Parte dell’appuntamento è stato dedicato a un’approfondita lezione sugli avvenimenti del Professor Jaroslav Leon’tev che ha anche curato negli ultimi anni per la casa editrice Rosspen una storia documentaria in tre volumi del Partito Socialrivoluzionario di Sinistra (Sr di Sinistra) .

Gli Sr di sinistra, non avevano digerito la decisione di Lenin di giungere nel marzo 1918 alla pace con i tedeschi a Brest-Litovsk (come del resto una parte del partito comunista raccolta attorno a Bucharin) e avevano accusato la dirigenza di bolscevica di cedimento all’imperialismo tedesco proponendo una guerra partigiana nei territori controllati dalla Germania. Tuttavia fino a luglio gli Sr di sinistra si erano ben guardati dall’uscire dal governo in quanto tenevano in modo particolare alle riforme che si stavano realizzando nelle campagne e speravano di mutare il corso della politica estera del governo all’interno dei soviet. Ma tra il 4 e il 6 luglio ci fu una precipitazione degli avvenimenti determinata in primo luogo della lunga tensione accumulatasi tra i due partiti. Il 4 luglio al 5° Congresso dei Soviet i socialrivoluzionari di sinistra accusarono i bolscevichi di essersi “preconfezionati una maggioranza” (accusa probabilmente fondata secondo Leont’ev) e iniziarono a preparare confusamente una prova di forza per imporre la ripresa del conflitto con la Germania. Che si materializzò quando Jakob Blumkin, anch’egli ex terrorista populista, penetrò nell’ambasciata tedesca e uccise il plenipotenziario Wilhelm von Mirbach-Harff. L’obiettivo era quello di provocare la Germania imponendo ai bolscevichi la ripresa della guerra e della rivoluzione a occidente. Le cose presero però un altro corso. Il governo tedesco fiutò la trappola e attese le scuse del governo sovietico che giunsero immediatamente. Lenin forse dopo qualche tentennamento legato alla popolarità di alcuni dirigenti socialrivoluzionari (in particolare la “pasionaria” ex terrorista Maria Spiridonova) fece entrare in scena Trotsky il quale fece bloccare dalla guardia rossa gran parte del gruppo dirigente Sr di sinistra al Bolšoj dove si teneva il Congresso dei soviet. La reazione semi-insurrezionale degli sr rimasti liberi fu confusa, “una sorta di suicidio politico” lo ha definito Rabinovich. Sequestrarono Dzeržinskij e tentarono di conquistare qualche centro decisivo come l’azienda municipale elettrica nella notte tra il 6 e il 7 luglio ma furono spazzati via rapidamente dall’Armata Rossa e posti fuori legge.

Durante la giornata è stato proiettato il film sovietico del 1968 “6 luglio”  di Yuli Karasik che narra di quella vicenda, grazie a Mosfyl’m che si è prodigata di recuperare la pellicola e restaurarla rendendola nuovamente disponibile al pubblico. Come ha ricordato del resto lo stesso Leon’tev il film malgrado evidenti limiti (Trotsky non appare, il ruolo di Sverdlov viene ingigantito) mantiene un suo interesse anche oggi per una ricostruzione dei fatti in gran parte esaustiva e per sottolineatura problematica dei due personaggi principali del “dramma”: un Lenin contrito dal dover reprimere i socialrivoluzionari (interpretato da un convincente Yuri Kajruov che in carriera si è più volte cimentato nel leader comunista) e una Spiridonova decisa ma ingenua (interpretata da una elegante e puntuale Alla Demidova). Infine i partecipanti alla giornata sono stati accompagnati da una guida per le vie di Mosca dove si svolsero gli avvenimenti. E seppur ora su quei muri svettano le insegne luminose di negozi di profumi e agli angoli di quelle vie ci sono sedie e tavolini di bar irlandesi, tra chi ha presenziato alla giornata, si percepisce un po’ d’emozione nel calcare le orme di una storia grande e tragica.