Mentre Corte dei conti e Bankitalia blindano la riforma Fornero in vista della manovra, le pensioni rimangono il tema centrale «di qualsiasi assemblea di lavoratori». E così il sindacato dei lavoratori agricoli rilancia la mobilitazione. La Flai Cgil da oggi lancia la campagna «Una firma per proteggere la tua pensione e i tuoi diritti» per la «previdenza in agricoltura e industria alimentare». Tre proposte di correzione delle attuale norme previdenziali per migliorare le prospettive di pensione del milione circa di lavoratori dell’agricoltura: «Riformare le pensioni, dare lavoro ai giovani».
Il punto di partenza è che «il sistema previdenziale italiano penalizza il lavoro stagionale che invece è la normalità nelle campagne e nell’industria alimentare – spiega Sara Palazzoli, segretaria nazionale Flai – . E ciò comporta pensioni da fame, specie per chi ci andrà con un assegno misurato totalmente con il sistema contributivo: i giovani che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996. Stimando un caso medio di lavoratore stagionale, oggi andrà in pensione a 70 anni con circa 130 euro al mese», denuncia.
Ecco allora le tre proposte. Prima: una modifica della legge Fornero per favorire una maggiore flessibilità in uscita all’interno del sistema contributivo. Seconda: abolire la norma che permette di andare in pensione solo quando si ha un assegno pari a 1,5 volte l’assegno sociale (672,11 euro per il 2017) perché molti lavoratori agricoli hanno altri lavori e non raggiungeranno mai questa soglia. Terzo: introdurre fra i lavori gravosi che permettono di accedere all’Ape social i lavoratori della lavorazione delle carni e della pesca, ora esclusi.
L’obiettivo della campagna è ambizioso: «Raccogliere 500mila firme entro la fine di novembre», annuncia il segretario confederale Ivano Gualerzi.