Psiche dedica un numero monografico al tema della vulnerabilità (Il Mulino, pp. 283, euro 30), setacciando il plesso semantico intorno a un tema così caro al presente. Molte sono le parole splendenti su cui soffermarsi, a cominciare dal prezioso editoriale di Stefania Nicasi in cui si affaccia, tra le altre, Hilflosigkeit, «stato di impotenza» descritto da Freud tra pericolo e bisogno di essere amati e che si attaglia all’architettura pulsante della vulnerabilità da considerarsi non solo come necessità che inchioda al tempo che abitiamo bensì come significato che non accetta astrazioni per diffondersi nelle vite fin dal nostro arrivare al mondo.
Il posto delle scelte in adolescenza è invece ciò di cui discute Simona Pesce, Darwin Mervoglino si occupa delle sfide culturali della psicoanalisi e Maurizio Bettini interviene sul «complesso» della sterilità (maschile) raccontato attraverso la storia di Filaco, Ificlo e Melampo. Nel numero di Psiche spuntano ulteriori intersezioni con l’epigenetica nel contributo di Mariagrazia Portera e Mauro Mandrioli, con la resilienza nell’articolo di Bianca Bonato e Umberto Castiello, con il clima grazie all’intervento di Guido Visconti, con la poesia nella riflessione firmata da Monica Venturini, con la compassione, di Corrado e Chiara Rosso.
Si aprono delle brecce di imprevedibilità anche in ciò che ci abbandona, sembra spossessarci e non compiersi. La domanda sul presente che stiamo vivendo, talmente sfarinato e faticoso ma anche generativo, non può allora espungere il lavoro della vulnerabilità, nella sua natura relazionale e trasformativa.