Una città senza fine, la «città delle città», la Parigi che Alberto Giacometti cattura tra il 1958 e 1965 nelle 150 litografie di «Paris sans fin» esposte alla Fondazione Geiger di Cecina (Livorno). I 150 fogli raccolti in una sola cartella divennero un libro tre anni dopo la morte dello scultore svizzero, per volontà dell’editore e amico Tériade, che aveva già pubblicato Léger e Matisse. Nel 1969 «Paris sin fin», il corpus grafico più importante dell’artista svizzero noto ai più per le sculture filiformi, si trasforma nell’estremo lascito di una lunga e prolifica traiettoria artistica. Reduce dal soggiorno italiano nei...