Nel Seicento era il viale alberato che da Chiaia portava alla Crypta Neapolitana, nel Settecento il Real Passeggio voluto da Ferdinando IV di Borbone a uso esclusivo dei nobili, nell’Ottocento diventa Villa Comunale.
Nell’edificio centrale nel 1872 il naturalista tedesco Anton Dohrn fondò la Stazione zoologica per studiare la flora e la fauna del Mediterraneo. Due anni dopo aprì l’acquario per sostenere le attività di ricerca con gli introiti dello sbigliettamento. L’attività di ricerca non è mai cessata e oggi la Stazione zoologica di Napoli Anton Dohrn si sta espandendo, diventando il polo centrale attraverso cui rifunzionalizzare una serie di edifici della Villa che con il tempo avevano perso il loro scopo originario.

L’ULTIMA in ordine di tempo ad entrare nell’orbita della Szn e stata la Stazione della posta, famosa perché a partire dal 1928 forniva il servizio di posta pneumatica. L’accordo per il passaggio di proprietà è stato siglato all’inizio di febbraio, al termine dei lavori ospiterà la Biblioteca del Mare: sarà così aperta al pubblico una delle raccolte più importanti d’Europa nel campo della biologia marina. La prima collezione libraria fu donata dallo stesso Dohrn per essere messa a disposizione degli scienziati che arrivavano a Napoli. Si articola in quasi 100mila volumi tra cui i primi testi naturalistici del Sei-Settecento, i volumi delle spedizioni oceanografiche ottocentesche, la collana Fauna e Flora del Golfo di Napoli e circa cinquemila miscellanee della collezione speciale della biblioteca.
Accanto a questo edificio c’è l’ex Casina del boschetto: parzialmente distrutta dalle bombe della Seconda guerra mondiale, nel 1948 venne ristrutturata dall’architetto Luigi Cosenza in collaborazione con Marcello Canino per diventare il Circolo della stampa.

FINITO IN ABBANDONO dal 1999, da dicembre ospita il Museo Darwin-Dohrn dedicato all’ambiente marino nella prospettiva dell’evoluzionismo. L’accostamento tra i due scienziati non è arbitrario: Dohrn fondò la Stazione zoologica proprio per dimostrare la veridicità della teoria di Darwin, a provarlo c’è la fitta corrispondenza tra i due.
Il gruppo di lavoro del DaDoM, coordinato da Ferdinando Boero e Claudia Gili, ha elaborato percorsi e allestimenti: un viaggio negli oceani attraverso il tempo per verificare come gli organismi si siano adattati a tutti gli ambienti marini; forme primordiali di vita, teorie evolutive, fossili che mostrano i cambiamenti di forme e funzioni nel corso delle ere geologiche. La sala polifunzionale ospita un grande scheletro di capodoglio circondato da modelli di organismi che si nutrono delle carcasse. La Glass cage raccoglie 10mila reperti storici. Il percorso offre anche un viaggio attraverso gli studi e le carte antiche del Golfo di Napoli, le scoperte degli oltre 20 premi Nobel passati per la Szn, fino ad arrivare alle ricerche attuali aggiornate mese per mese. Infine, il giardino esterno ospita batiscafi utilizzati per l’esplorazione degli ambienti profondi del Mediterraneo.

E POI C’È L’ACQUARIO. Dohrn nel 1869 scrive a Darwin: «Essendo stato parecchie volte sulle rive del mare per studi zoologici, ho sperimentato quanto è difficile studiare l’embriologia senza un acquario. Questa mancanza mi ha suggerito l’idea di fondare non solo acquari, ma stazioni zoologiche o laboratori in varie parti delle nostre coste europee». A Napoli realizza il suo progetto riunendo in un unico edificio la parte espositiva aperto al pubblico al pianterreno e i laboratori di ricerca ai piani superiori. L’acquario fu costruito sotto la supervisione di William Alford Lloyd, ingegnere inglese che aveva contribuito al progetto degli acquari pubblici di Amburgo, Parigi, Vienna e Londra.
Quello di Napoli è l’unico realizzato nell’Ottocento ancora in attività nella sua struttura originale. Tutt’oggi l’apparato divulgativo vive accanto all’attività di ricerca, fondamentale, che vede la Szn al centro di progetti internazionali centrati su biologia ed evoluzione degli organismi marini, biotecnologie marine ecosostenibili, conservazione degli animali marini.