Forse c’è un tunnel sotterraneo sulla Luna. Si trova nel Mare della tranquillità, la vasta pianura basaltica su cui nel 1969 allunò l’Apollo 11. Lo hanno scoperto i ricercatori delle università di Trento e di Padova, che il 15 luglio hanno pubblicato la scoperta sulla rivista Nature Astronomy. La presenza della galleria è emersa studiando i dati raccolti nel 2010 dalla sonda Lunar Reconnaissance Orbiter della Nasa, che ha passato al setaccio il suolo lunare. Rianalizzando i dati radar, gli scienziati hanno scoperto che dal fondo di una cavità visibile sulla superficie si dirama una galleria larga 45 metri che scende a una profondità compresa tra i 130 e i 170 metri. «La spiegazione più probabile delle nostre osservazioni è che si tratti di un tubo lavico cavo» ha spiegato Leonardo Carrer, il primo autore dello studio. Centinaia di milioni di anni fa la Luna era agitata da fenomeni vulcanici piuttosto attivi, dai cui depositi sono nate le pianure basaltiche visibili sul lato della luna rivolto verso la Terra. Al di sotto, la lava potrebbe aver scavato gallerie simili a quelle presenti anche intorno ai vulcani terrestri. Quelle dell’Etna, per esempio, sono visitabili.

La scoperta è una buona notizia per chi pianifica la colonizzazione umana della Luna. La superficie del satellite infatti è un ambiente troppo ostile a causa delle escursioni termiche estreme e del bombardamento di raggi cosmici pericolosi per la salute, problemi che la Terra non ha grazie alla sua atmosfera. Una base lunare sotterranea sarebbe schermata dalla radiazioni e potrebbe essere climatizzata più facilmente. A patto di disporre di una fonte d’acqua con cui alimentarsi e da cui estrarre l’ossigeno per respirare.

Nei pressi dei poli lunari potrebbero esserci depositi di ghiaccio utili a questo scopo. La loro localizzazione era affidata a una missione Nasa denominata Viper che avrebbe dovuto raggiungere la Luna alla fine del 2023 e già rinviata di dodici mesi. Per cento giorni un «rover» avrebbe esplorato i crateri in cerca del ghiaccio con cui dissetare i coloni del futuro. A sorpresa, il 17 luglio la Nasa ha annullato la missione nonostante il robot fosse già assemblato. I 400 milioni di dollari spesi finora non sono stati sufficienti a completare i test del rover e gli altri 84 necessari avrebbero fatto saltare il budget Nasa e messo a rischio altre missioni. I problemi di Viper in più si sommavano a quelli del veicolo che doveva trasportarlo sulla Luna. Il rinvio della missione era stato infatti richiesto dalla Astrobotic, l’azienda privata che in collaborazione con la Nasa sta organizzando missioni di trasporto privato verso il satellite. E che in gennaio 2024 aveva già fallito il primo tentativo di allunaggio.

Il progetto di esplorare lo spazio risparmiando sugli investimenti pubblici diretti e ricorrendo al subappalto privato sta incontrando diversi problemi. Sulla Stazione Spaziale Internazionale gli astronauti Suni Williams e Butch Wilmore, che sarebbero dovuti rimanere in orbita otto giorni, attendono dal 13 giugno di rientrare a Terra: il guasto capitato al «taxi spaziale» Starliner della Boeing che li ha portati in orbita ha obbligato l’azienda a rivedere i piani per approfondire i controlli e identificare il problema. Anche i prossimi voli verso la Iss con il vettore Falcon 9 della SpaceX di Elon Musk sono sospesi in attesa di verifiche tecniche, dopo che l’11 luglio il razzo è esploso (senza feriti) durante un lancio. Cose che capitano, quando ci si affida alla distruzione creativa del capitalismo aerospaziale. Per arrivare in sicurezza sulla Luna servirà più ricerca pubblica e meno mercato. Altrimenti la nuova corsa allo spazio si rivelerà l’ennesima bolla finanziaria.