A proposito del suo Rigoletto, capolavoro di sintesi ed efficacia drammaturgico-musicale, Giuseppe Verdi scrisse: «Le mie note, belle o brutte che siano, non le scrivo mai a caso e procuro sempre di darvi un carattere». L’allestimento dell’opera in scena al Teatro alla Scala di Milano fin all’11 luglio le restituisce quel «carattere» che era venuto inesorabilmente a mancare all’allestimento del 1994 di Gilbert Deflo e Riccardo Muti, ripreso infinite volte e ormai vittima della sua stessa pomposa «scaligerità», come la chiamava Ezio Frigerio, che ne aveva firmato le scene. MARIO MARTONE traspone la storia nel presente sfrondandola di ogni barocchismo...