Nello sport perdere con dignità è altrettanto importante che vincere con eleganza. Un principio semplice, ma vallo a spiegare a quei genitori che a bordo campo, mentre il figlio gioca una partita di calcio, si scaldano così tanto da insultare i bambini avversari o il loro pargolo, minacciandolo di punizioni terribili. Già, perché non sempre mamma e papà si comportano bene. Proprio come Matt, il bullo della scuola, o il mistificatore che scarica da internet i compiti per prendere bei voti, approfittandosi della buona fede dei professori, infischiandosene degli altri alunni e, soprattutto, ingannando se stesso.

E se nessuno mi becca? dell’americano Bruce Weinstein (illustrazioni di Tono Pettinato, Il Castoro, pp. 158, euro 13,50) è un breve trattato di etica per ragazzi di tutte le età, una sorta di manuale del buon comportamento che sostituisce in forma laica il vecchio cult delle Giovani Marmotte, mettendo in primo piano il rispetto di sé. È questa, infatti, una delle prime regole da osservare se si vuole uscire senza graffi da mille situazioni spinose, almeno così suggerisce il filosofo Weinstein, che ha fatto del training morale un mestiere.

Scritto in forma di domanda e risposta, con tutte le giustificazioni tipiche che ogni adolescente darebbe per coprire una azione «sbagliata» (prendere stereoidi per avere prestazioni migliori, fare consumo di alcol e droghe per «essere uguale agli altri», mentire o «risparmiare» sfruttando il lavoro di qualcun altro) affronta i momenti cruciali dell’esistenza quotidiana. E tenta di indicare una direzione possibile, semplicemente a partire da cinque «principi per la vita»: non fare del male a nessuno, lascia il mondo un po’ meglio di come l’hai trovato, rispetta il prossimo, sii giusto, sii amorevole. Un prontuario «easy» in apparenza, orecchiabile, eppure arduo da mettere in pratica, perché a creare un intralcio che porta fuori pista spesso sono i sentimenti, la paura o la rabbia. Essere zen non è da teenagers. Weinstein questo lo sa e non cerca di far piovere dall’alto quelle norme del buon agire, ma le «cala» dentro la realtà, facendole risuonare insieme ai passi di quegli uomini e donne in crescita. Se copi un compito in classe e prendi un bel dieci non soltanto hai ingannato chi invece si è impegnato per trovare una soluzione, ma hai messo in scacco te stesso, non permettendo una evoluzione né un miglioramento delle tue abilità. E se Sara ha promesso ai suoi genitori di rimanere a casa per prendersi cura del fratellino, dovrà occuparsi dei suoi bisogni e dedicargli il suo tempo, senza piazzarlo davanti alla tv mentre lei fa telefonate chilometriche con le sue amiche. Piccoli gesti, mini consigli per chi cammina sulle strade polverose della vita prevedendo sempre l’altro, una condivisione del mondo e delle sue risorse.

Anche affrontare un lutto tremendo, come la perdita di un genitore, può essere una occasione per entrare in contatto profondo con le proprie esigenze e con quelle altrui. Non è grave chiudersi nel silenzio e nella tristezza, ritirarsi dal mondo per un po’, ma bisogna lasciare uno spiraglio per chi sta dimostrando una qualche vicinanza al dolore. La nostalgia della persona amata non sparirà mai del tutto, ma il calore umano delle altre aiuterà a pensare che non tutto è finito per sempre e che vale la pena continuare ad andare avanti. Insieme.