I «Disegniamo esperienze umane innovative» è la formula di presentazione dello studio multidisciplinare di design Dotdotdot, fondato a Milano nel 2004. All’insegna di una creatività indissolubilmente legata alla sostenibilità, ma che non rinuncia alla leggerezza del gioco (fosse pure in quel «dot» – punto – ripetuto nel nome, quasi uno scioglilingua alla Rodari), lo studio italiano è noto a livello internazionale per le sperimentazioni artistiche che coniugano scienza, memoria e cultura in un’ottica innovativa che sollecita nell’osservatore l’immediata presa di coscienza.

IL SENTIMENTO di meraviglia è il primo step del percorso multisensoriale animato da contenuti multimediali e transmediali che, se in altri contesti di ambito nazionale è il risultato del lavoro per clienti come il Piccolo museo del diario di Pieve Santo Stefano o una storica industria cioccolatiera torinese, per la complessa installazione Earth Bits – Sensing the Planetary ha come committenza il maat – Museo di Arte, Architettura e Tecnologia di Lisbona, dove sarà visibile fino al prossimo al settembre.

UN LUOGO ESPOSITIVO di per sé straordinario, non solo per il profilo armonioso e luminoso progettato dall’architetta inglese Amanda Levete che si riflette sulle acque del Tago, nel quartiere storico di Belém, inserendosi con estremo rispetto nel paesaggio urbano con l’impiego 15 mila piastrelle tridimensionali smaltate. Inaugurato nel 2016, questo complesso museale è la naturale continuità del novecentesco Museo dell’elettricità ospitato nell’edificio dell’ex centrale elettrica. La programmazione di esposizioni, attività didattiche ed eventi pubblici è sempre studiata meticolosamente all’insegna dei temi più urgenti della nostra contemporaneità, come nel caso di Earth Bits – Sensing the Planetary scelto dalla nuova direttrice Beatrice Leanza come prodotto culturale idoneo per trattare su grande scala i problemi ambientali a livello globale, l’utilizzo critico delle risorse e l’irreversibile crisi climatica.

REALIZZATO con il supporto scientifico e la collaborazione di Esa (European Space Agency), IEA (International Energy Agency), Edp Innovation (Energias de Portugal) e Edp Sustainability, il progetto artistico si avvale di una strumentazione tecnologica di ultima generazione (dataviz, wallpaper digitali, video animati) per fornire informazioni che strutturano una narrazione visiva che è anche una riflessione. La magia del pixel anima il racconto, sviluppandolo in quattro episodi: Power Rings, 24Hours: The Ecology and Energy of our Flux, The CO2 Mixer e Planet Calls – Imaging Climate Change.

L’ECOSISTEMA DELLA TERRA è determinato dalle azioni umane di un quotidiano sempre più condizionato dal fabbisogno energetico: da questa considerazione il progetto passa ad analizzare i dati contestualizzati al consumo di energia elettrica in Portogallo nel biennio 2019-2020, focalizzandosi sull’impatto delle restrizioni e delle misure adottate durante il primo lockdown, nella primavera 2020, e sull’analisi di come l’emergenza sanitaria del covid-19 abbia incrementato tale fabbisogno.

LO SCENARIO SI SPOSTA sempre dalla visione individuale a quella collettiva in un continuo confronto dialettico, inserendo dati e grafici colorati e, attraverso uno speciale software, anche una «palette sonora emozionale». A chiudere il percorso è Planet Calls, un’installazione che traduce visivamente l’insieme di informazioni scientifiche fornite dall’Esa che mostrano dall’alto la correlazione tra l’aumento delle emissioni di CO2 generate dalle azioni umane, il riscaldamento globale e le sue drammatiche conseguenze sulla terra con le sempre più frequenti inondazioni, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento dei mari, siccità e incendi.

CIO’ CHE APPARE DISTANTE, in realtà, è molto più vicino a noi e certamente, come sottolinea Alessandro Masserdotti co-fondatore di Dotdotdot, i linguaggi innovativi sono uno strumento insostituibile per decodificare e veicolare il messaggio in maniera trasversale.