Ci sono molti modi in cui le donne si riappropriano, ogni giorno, delle proprie vite. Al netto delle celebrazioni, e degli indispensabili momenti pubblici e di piazza; al netto delle irrinunciabili battaglie quotidiane di emancipazione, esiste un esercito di donne che ogni giorno combatte battaglie a tutela di tutte e tutti noi.

Sono le attiviste ambientali del nostro Paese, donne, madri, figlie di terre stuprate, sentinelle di territori a rischio, in prima linea per combattere gli impatti devastanti di grandi opere, di contaminazioni, di progetti che, se realizzati, si tradurrebbero in ulteriori saccheggi a territori già impoveriti.
Sono queste le donne che, ogni anno, a ridosso dell’8 marzo, vengono insignite del Premio Donne Pace Ambiente Wangari Maathai. Giunto alla sua settima edizione, il premio viene assegnato dal 2012 a donne impegnate in percorsi volti alla difesa dei territori, nel ricordo di Wangari Maathai, prima donna africana a ricevere il Nobel per la Pace nel 2004, attivista ambientale convinta che solo a partire da una società basata su uno sviluppo sostenibile fosse possibile costruire la pace.

Quattro i premi assegnati ogni anno: acqua, aria, terra e fuoco; più un premio speciale, quest’anno assegnato alla Casa Internazionale delle Donne, luogo simbolo e riferimento delle battaglie femministe della Capitale e di tutto il Paese, in pericolo di sgombero, per testimoniare pubblicamente quanto indispensabile sia e quanto faccia bene al Paese.

Quest’anno il premio ha lasciato un dono alla Casa: un’opera dello street artist Mauro Sgarbi, dedicata ad alcune delle più importanti attiviste ambientali a livello mondiale. La live performance è stata a cura della Associazione Culturale Up2artists, organizzazione no profit orientata alla promozione di progetti sociali attraverso la street art.

Il premio quest’anno, come tutti gli anni, è stato assegnato a singole donne, ma in rappresentanza dei propri comitati. Da Nord a Sud, quattro battaglie sono state scelte come simbolo di tutte le battaglie ambientali, cogliendo l’occasione per dare loro spazio e modo di raccontarsi ulteriormente. Il 2018 è stato l’anno delle Mamme No Tap – in prima linea contro la mega infrastruttura energetica in costruzione in Salento – con l’assegnazione del premio Fuoco a Serena Fiorentino; dell’Osservatorio Popolare Val D’Agri, che ha ricevuto il premio Terra per l’impegno contro i pesanti impatti dell’estrazione petrolifera in Basilicata, attraverso il riconoscimento assegnato ad Isabella Abate; delle Donne di Rifiutiamoli, il comitato della battaglia contro il revamping degli inceneritori di Colleferro, insignito del premio Aria ritirato da Ilaria Giacomi; infine, delle Mamme No Pfas che, attraverso Giovanna Dal Lago, hanno ricevuto il premio Acqua per la strenue battaglia contro i veleni nelle acque del Veneto.

Il Premio Wangari Maathai è uno degli appuntamenti che celebrano le donne e la loro emancipazione, uno dei modi per celebrare in un giorno simbolico percorsi che ogni giorno si svolgono nel silenzio e al buio. Ma che meritano voce e luce.