«Una sanatoria di questo tipo avrebbe effetti morali devastanti sul paese» dice il Vito Crimi chiudendo per l’ennesima volta ad ogni ipotesi d’accordo con gli alleati di governo sulla regolarizzazione dei migranti.

Il reggente del M5S fa la faccia dura prima della riunione che dovrebbe preparare il consiglio dei ministri perché si sente forte del mandato della maggioranza dei parlamentari grillini e perché le ragioni della contrapposizione con Iv spingono gli attuali vertici del M5S a tenere la posizione sulla sanatoria, in un atteggiamento di contrapposizione a quello della formazione renziana che evidenzia qualche debolezza strategica, soprattutto per il fatto che tutta questa tensione nell’esecutivo finisce indebolire la posizione di Conte. Effetto collaterale, quest’ultimo, che per usare un eufemismo non preoccupa affatto Luigi Di Maio.

La minoranza significativa che sostiene la necessità di trovare un accordo sulla regolarizzazione non pare intenzionata ad andare al muro contro muro col resto del M5S. Perché, dicono da giorni, sarà la forza degli accadimenti a prevalere sui posizionamenti tattici: «C’è una specie di allineamento dei pianeti che mette soggetti diversi, dagli imprenditori ai lavoratori stessi, a favore una regolarizzazione», dice un parlamentare. La posizione contraria espressa da Crimi, dunque, risponde ad esigenze di visibilità nella maggioranza ma non guarda al merito del provvedimento.

Che le cose stiano così emerge da diverse circostanze. La prima: praticamente tutti quelli che all’interno del M5S, da posizioni di governo o nel parlamento, hanno seguito da vicino la questione sono a favore della regolarizzazione. È a favore la ministra del lavoro Nunzia Catalfo, anche non si esprime pubblicamente. È a favore il sottosegretario Stanislao Di Piazza, che ha un passato nella Dc palermitana e che più di recente, prima di esser e eletto in senato col M5S, era il direttore della filiale del capoluogo siciliano di Banca Etica.

Ancora, chi nel M5S sostiene la regolarizzazione fa notare che un provvedimento del genere non è precipitato sul governo all’improvviso, per questo pare forzato l’allarme di Crimi e Di Maio. Da tempo la ministra dell’interno Lamorgese sollecita che si intervenga sui lavoratori stagionali.

La commissione affari costituzionali della camera presieduta da Giuseppe Brescia, altro 5S pro-regolarizzazione, ha seguito tutto l’iter di audizioni della campagna «Ero straniero» promossa da Radicali, diverse Ong, Arci, Federazione delle chiese evangeliche e molti altri. Infine c’è un documento, il secondo di questo tipo in pochi giorni, che tra i firmatari vede parlamentari della maggioranza anche dei 5S e che recita: «A tutti i cittadini stranieri presenti sul nostro territorio deve essere garantito un permesso di soggiorno valido per tutto il 2020 e comunque fino alla fine dell’emergenza con la possibilità di convertirlo al termine in permesso per ragioni di lavoro». Un altro segnale politico da non sottovalutare.