Un paese guidato da un regime dittatoriale, avente come principale sostegno un’oligarchia mafiosa, predatrice dei beni e dei diritti del suo popolo, ha invaso un altro paese, governato da una classe dirigente largamente corrotta secondo regole approssimativamente democratiche (più sul piano formale che della sostanza). Due popoli che hanno convissuto per secoli in un modo sufficientemente pacifico con notevoli commistioni e “traffici” sul piano dei legami personali, degli scambi sociali e della cultura, si sono trovati divisi da un odio impensabile. I danni saranno incalcolabili soprattutto per il popolo ucraino (già diventato un agnello sacrificale), ma anche per i russi...