Oggi al cohousing merenda insieme, con i babà preparati da Lola. È appena tornata da Napoli ,la sua città «nobile»e ci racconta che da lì, l’11 novembre, è partita la prima edizione del Festival della Gentilezza, che è durato sino al 17 novembre con eventi in tutta Italia con istituzioni, aziende, artisti, pensatori, associazioni e chiunque volesse riflettere sul tema della Gentilezza per migliorare il futuro. Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata nel 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Il Festival nasce dal progetto «Coltiviamo Gentilezza», un’idea di Viviana Hutter, scrittrice e illustratrice per bambini, Margherita Rizzuto, project manager ed appassionata di creazione di reti, e Antonio Puzzi, antropologo culturale e giornalista. Il progetto propone lo sviluppo di una cultura delle emozioni e dell’empatia per contrastare la violenza in tutte le sue forme. Qui nella casa racconti personali e pensieri sulla gentilezza rendono quasi gradevole e raccolta questa domenica di pioggia senza fine. Per Olga la gentilezza ha il sapore del «dolce» , buono nel cibo e così nella relazione. l’Ernesto si dice poco interessato alla parola: per lui conta iI rispetto dell’altro, in silenzio, senza «smancerie comunicative», come le chiama lui, ma sta ad ascoltare . Pier vede la gentilezza come una forza politica importante e preventiva contro «l’abuso pubblico», di cui parla Arnold Mindell, scrittore, terapeuta . L’abuso pubblico, quello visibile, talora anche sostenuto da politiche governative, su individui più deboli, che non possono difendersi. Ritiro, silenzio e paura lo accompagnano. Ne diventiamo complici se non lo testimoniamo: torture, schiavitù, violazione dei diritti, anche forme meno apparenti economiche o sociali. Ci sono relazioni gentili che aprono porte profonde. Luigi racconta di quel maestro paziente che lo ha sbloccato dall’idea di essere sbagliato. Anna di quando la delicatezza di Carlo l’ abbia fatta sentire davvero amata, Smirna della presenza gentile e silenziosa di quelle persone in quel dolore. C’è la gentilezza che apre all’amicizia, come se ne fosse un dimensione imprescindibile, una stessa esperienza del cuore, perché hanno in comune l’essere luogo di autenticità, gratuità, ascolto, responsabilità. L’Ernesto mette legna nella stufa, porta formaggi, marmellate e versa vino. Ascolta e commenta : ma sì, che bello pensare a un mondo e ad un vivere gentile, sarebbe un modo nuovo. Nuovo? Aurora cita le antiche parole di Platone :«Sii gentile perché ogni persona che incontri sta già combattendo una dura battaglia».Un modo nuovo no, ma diverso sì.