Nella scorsa legislatura abbiamo lavorato a lungo su un progetto che chiamammo «Giubileo bancario». Il contesto era quello dell’esplosione dei crediti deteriorati, che stava mettendo a serio rischio la tenuta del sistema bancario, come dimostravano i casi di MPS, di Etruria e delle sue sorelle, delle due venete e di molti altri istituti minori.

Ma soprattutto quello parallelo di una sofferenza sociale diffusa e ignorata, fatta di migliaia di persone in procinto di perdere la casa per un mutuo non pagato o la propria attività a causa di difficoltà finanziarie riconducibili alla crisi. Erano infatti gli anni in cui si raccoglievano i frutti tardivi della crisi del 2010-2013, che aveva colpito l’Italia come uno tsunami, travolgendo la parte più debole e precaria della società.

Sul lato finanziario, il sistema aveva prima reagito negando il problema e raccontando la favola delle «banche più solide del mondo», per poi inseguire la soluzione di mercato, ovvero la cessione massiva dei cosiddetti NPL a fondi internazionali specializzati nel recupero crediti.

In questo modo si consentiva alla banche di ristrutturare i propri bilanci, scaricando parte dei costi sulla collettività per via fiscale e parte sugli azionisti tramite aumenti di capitale, consentendo agli speculatori enormi guadagni potenziali grazie al larghissimo differenziale fra prezzo di bilancio e di cessione degli NPL.

Le vittime sarebbero naturalmente stati i soggetti più esposti, quelli che avevano accumulato debiti a causa di una crisi imprevedibile e inedita per intensità, spinti peraltro in quella direzione dall’assenza di soluzioni abitative a basso costo e dalla scarsa offerta di lavoro.

Ecco quindi che appariva urgente e necessario offrire una soluzione di sistema che rovesciasse l’ottica e partisse dai loro interessi, senza dimenticare l’importanza di un sistema bancario solido. Mettemmo quindi in campo una proposta di legge per consentire agli indebitati di estinguere le loro obbligazioni al prezzo di iscrizione a bilancio o a quello a cui le banche fossero in procinto di cederle ai fondi speculativi, garantendo al contempo alle stesse un vantaggio fiscale se avessero aderito all’operazione.

L’idea, semplice quanto potenzialmente efficace, incontró un diffuso interesse e cominciò il suo iter in Commissione alla Camera, senza arrivare in fondo per il disinteresse della maggioranza di allora e la fine della legislatura.

Il risultato è stato che il sistema bancario è riuscito a liberarsi delle posizioni problematiche, ma che sul piano nazionale la soluzione è ben lungi dall’essere trovata, dato che la massa degli Npl continua a esistere in pancia ai fondi avvoltoio e a minacciare la vita di famiglie e imprese, rappresentando così un consistente fattore di instabilità, oltre che naturalmente di sofferenza diffusa.

Oggi naturalmente la situazione rischia di aggravarsi enormemente, a causa del nuovo sconvolgimento economico indotto dalla pandemia. Se infatti siamo apparentemente lontani da una crisi di natura finanziaria, è perché finora lo Stato si è fatto carico della stabilità attraverso moratorie e garanzie sul credito di natura pubblica.

Questo ha consentito di evitare una crisi di liquidità tanto a livello di sistema, quanto dei singoli attori, ma mantiene comunque inalterata la possibilità, per non dire la certezza, che quando verranno meno i sostegni pubblici assisteremo ad una nuova ondata di fallimenti e insolvenze.

Ecco quindi che oggi più che mai è importante riprendere da sinistra un progetto di sostegno a soggetti in difficoltà da sovra-indebitamento, senza lasciare che sia la destra a farne una bandiera come sta accadendo nell’attuale Parlamento e soprattutto per provare ad evitare che di nuovo tutto si risolva in un gigantesco affare per i fondi avvoltoio, con un impoverimento netto della nostra economia.

Sinistra Italiana intende rilanciare il Giubileo bancario e farlo ora, prima che si scateni una nuova tempesta sulla testa di chi ha già sofferto gli effetti di un anno di chiusure e limitazioni.

* responsabile economia Sinistra Italiana