Locarno. Edizione 66. Il direttore artistico è cambiato. Dopo Olivier Père ecco Carlo Chatrian, che venendo da una terra di frontiera come la valle d’Aosta non poteva che considerare «Locarno un festival di frontiera. Un festival che cerca di indagare ciò che si muove ai confini dello spettro del cinema, ai bordi dell’inquadratura per cogliere quella parte di fuoricampo che polarizza la scena. So che la parola ’frontiera’ fa venire in mente un posto sperduto, isolato, il che è quanto di più lontano si possa pensare dalla centralità che Locarno occupa nel quadro del sistema festival e dalla generosità del suo largo pubblico» questa la sua dichiarazione di presentazione del programma.

Insomma lo sguardo sembra puntare altrove rispetto al cinema mainstream, ma la rassegna offre chiavi di lettura anche molto diverse a pubblici che talvolta non coincidono. Gli appassionati del classico si ritroveranno asserragliati all’ex Rex per non perdersi la retrospettiva dedicata a George Cukor, curata da Roberto Turigliatto. Gli operatori economici avranno a disposizione spazi e momenti di incontro specifico. I cercatori di novità punteranno invece verso il Fevi (ma anche le sale Video e quelle dei Cineasti del presente) per scoprire cosa riserva il concorso.

Più composito il pubblico della piazza Grande. Lì si inaugura il 7 agosto con la proiezione di 2 Guns (Cani sciolti) diretto dall’islandese Baltasar Kormàkur e interpretato da Mark Wahlberg, Denzel Washington e Paula Patton, e si chiude il 17 con il documentario Sur le chemin de l’ecole del francese Pascal Plisson dedicato a quei bimbi che devono compiere autentiche imprese solo per poter arrivare a scuola (in Italia verrà distribuito da Academy2). Sempre in piazza Vijay and I di Sam Garbarski, il regista di Irina Palm alle prese con un’altra vicenda limite, un uomo creduto morto si camuffa da sikh per vedere «l’effetto che fa» il suo funerale, Mr. Morgan’s Last Love di Sandra Nettelbeck con Michael Caine, e We’re the Millers di Rawson Marshall Thurber con Jennifer Aniston e Jason Sudeikis.

Massiccia, come sempre, la presenza italiana. Pur con sfumature produttive aliene troviamo in concorso Sangue di Pippo Delbono e Pays Barbare di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi. Fuori concorso Andrea Segre presenta Indebito, un documentario sulla Grecia, la sua crisi e la sua musica realizzato insieme a Vinicio Capossela che si esibirà al festival anche musicalmente. In piazza approderà il noir milanese La variabile umana di Bruno Oliviero con Silvio Orlando protagonista. Nei Cineasti del presente ecco Carlo Zoratti con la coproduzione tedesca The Special Need. Nelle giurie troviamo Daniele Gaglianone e ritroviamo Adriano Aprà (occhio a Rosso cenere il film firmato da lui e Augusto Contento, presentato nell’ambito delle Storie di cinema).

Molti i premi a personaggi che hannofatto la storia del cinema: Christopher Lee, la produttrice Margaret Ménégoz, Jacqueline Bisset, Werner Herzog (e verrà anche presentata la seconda serie di Death Row, quattro nuove interviste a condannati a morte), Douglas Trumbull, mago antesignano degli effetti speciali (2001 Odissea nello spazio, Incontri ravvicinati), Otar Iosseliani, Faye Dunaway e ancora omaggi a Anna Karina, e Paulo Rocha. Sara il regista filippino Lav Diaz a dirigere le operazioni della giuria ufficiale che dovrà scegliere tra i venti film in concorso.