Parlare di animali, oggi come al tempo di Aristotele, è difficile, forse impossibile; e lo è perché implicherebbe il prendere in considerazione il punto di vista di un vivente che non parla, che non ci dice la sua, che se è dotato di occhi ci può guardare, ma senza proferire verbo (su quello sguardo l’ultimo Derrida ha costruito un’intera filosofia). E quel silenzio, che è più forte anche del ruggito del leone più terrificante, da millenni, da quando esistiamo come umani, non facciamo altro che provare a riempirlo. Non c’è discorso umano più comune, forse, del discorso sugli animali, e...