Sono molte le linee guida su cui da questa primavera scommette la Fondazione Nazionale della Danza/ Aterballetto di Reggio Emilia. A firmarle è Gigi Cristoforetti, direttore della FND/ Aterballetto a partire da settembre 2017, che, ormai alle spalle le dimissioni da direttore artistico di Pompea Santoro (inizialmente scelta per affiancarlo), punta su una strategia progettuale stratificata. Finalità dichiarata è la trasformazione della Fondazione in un effettivo centro di riferimento per la danza in Italia, che si avvalorerà di nuove relazioni interne al sistema nazionale dello spettacolo dal vivo mirato a un dialogo variegato tra le arti, di progetti di formazione e ospitalità, di una nuova configurazione della struttura.

Partiamo dalle scelte più interne a Aterballetto. Accanto a lei non ci sarà più un direttore artistico della compagnia, ma figure con altri ruoli. Ce le può spiegare?

Ho pensato che fosse utile avere una coordinatrice artistica che stesse con la compagnia e che curasse il rapporto con i coreografi invitati. Sveva Berti, maître di Aterballetto per molti anni, era la persona perfetta. Accanto a lei volevo qualcuno che sviluppasse con i danzatori un coaching artistico, un occhio esterno che desse un arricchimento. Ho scelto Roberta Mosca, italiana, già danzatrice in Germania di William Forsythe, preparazione classica e contemporanea. Starà con Aterballetto per sei settimane nell’arco di un anno. Le sue lezioni di classico hanno entusiasmato i danzatori, ha osservato il processo creativo delle brevi coreografie di In/Finito, porta ad Aterballetto la sua esperienza internazionale.

«In/Finito» si basa sul dialogo tra le arti.

Sì. La Fondazione Nazionale della Danza insieme alla manifestazione Fotografia Europea 2018 ha ideato In/Finito commissionando a cinque coreografi under35 di Aterballetto e a Diego Tortelli, giovane autore che abbiamo scelto come nostro artista in residenza, altrettante micro-performance di cinque minuti eseguite in diversi spazi di Reggio Emilia. Dalle performance nasce una mostra di scatti del fotografo Toni Thorimbert a Palazzo da Mosto: il 22 aprile, e poi in altri giorni, i danzatori balleranno davanti agli scatti dei loro movimenti. Un progetto che stiamo pensando anche per altre città.

Gigi Cristoforetti, foto di Viola Berlanda

La Fondazione ha coprodotto il riallestimento di Tango Glaciale di Mario Martone, nell’ambito del progetto RIC.CI curato da Marinella Guatterini. Cosa l’ha spinto?

Aprirsi a un dialogo articolato tra le arti muta la percezione della danza stessa, facendola uscire da una visione di nicchia. Tango Glaciale reloaded, titolo culto della sperimentazione teatrale anni Ottanta, ha debuttato in anteprima al Bellini di Napoli e sarà in luglio a Ravenna. Mi ha toccato il suo profumo che racconta un’epoca, la sua freschezza adolescenziale. Vorrei che la Fondazione divenisse ambasciatrice della danza verso altri ambiti.

Torniamo a Aterballetto. In cosa si misurerà di nuovo quest’anno?

In giugno debutterà allo Strehler di Milano La Tempesta di Giuseppe Spota su musiche originali di Giuliano Sangiorgi, in settembre presentiamo a Torinodanza e Milanoltre il doppio programma Bach Project che, riflettendo sul rapporto dialettico tra danza e musica, accosterà a un maestro della coreografia quale è Kyliàn con Sarabande la creazione di Tortelli Domus Area, musica live con l’Ensemble Sentieri Selvaggi. Al rapporto tra danza e musica si lega anche il debutto in ottobre di Nine Bells di e con Valerio Longo, storico danzatore della compagnia su partitura di Tom Johnson per nove campane a lastra con il percussionista Simone Beneventi. Come Fondazione ci piace però anche sostenere progetti che non riguardano direttamente i nostri danzatori: di Tortelli accompagniamo anche Pasiphae e Lorca sono tutti, in anteprima il 24 aprile al Ponchielli di Cremona e in prima assoluta in ottobre nel cartellone di MilanOltre. In Fonderia ospitiamo altre compagnie: il 27 aprile Enzo Cosimi sarà ospite da noi con Bastard Sunday. Il nostro obiettivo è dare vita in un triennio a un’istituzione nuova: siamo fiduciosi.