«Non esiste un cinema sardo: ognuno di noi fa il suo cinema, semmai ci accomuna l’ambientazione dei nostri film sull’isola». Il regista cagliaritano Gianfranco Cabiddu si oppone a una visione restrittiva, da riserva indiana, del cinema che nasce in Sardegna o che viene fatto sull’isola – la location privilegiata della sua cinematografia a partire dall’opera prima di trent’anni fa – Desamistade – passando dal Figlio di Bakunin fino all’adattamento shakespeariano che l’anno scorso gli è valso il David di Donatello alla miglior sceneggiatura non originale: La stoffa dei sogni, ambientato sull’isola dell’Asinara, meraviglia paesaggistica a lungo tagliata fuori dal mondo...