Gentile e lieve, responsabile ma senza la morale facile: così si presenta il nuovo libro di Chicca Cosentino – Ero un burattino (edizioni Torri del vento, pp.32, euro 16) con le bellissime tavole di Gabriella Fiore.
Albo illustrato in versi, il burattino di Cosentino evoca da lontano un Pinocchio di collodiana memoria, trasformando una marionetta umanissima, con un cuore al galoppo – che scopre che il mondo è tondo ed è capace di farvi ritorno – in una fiaba moderna. «Il mio legno ben tagliato – scrive Cosentino – il mio legno profumato. Profumava di magia, profumava di poesia».
Si tratta di un burattino non solo ecologico, ma soprattutto ecologista, nato da uno spettacolo teatrale e diventato solo dopo un libro. Durante i laboratori, i bambini sono invitati a inventare un mare in cui nuotano grandi pesci di carta di giornale e in cui collocare parole salvate e da salvare. Un mare capace di essere riplasmato dall’immaginazione dei piccoli artisti come si trasforma il burattino che diviene bambino affrontando il mare. «Io nuotavo e poi sognavo voglio essere un bambino».
Un mare che implica paura, smarrimento e determinata volontà di metamorfosi. Un accenno delicato – quello di Cosentino – rimanda ad altri confini che quella distesa d’acqua segna: «Com’è duro questo mare, che fatica galleggiare». Un mare che è colorato «non dai pesci, non dalla corrente, dall’ignoranza della gente». Un burattino ecologista nel ventre di una balena rischia di soffocare per i tanti rifiuti di plastica che fanno male a lui e alla balena. «Lo diceva il mio papà, all’inizio della scuola, ’Quel paese dei balocchi, è solo plastica negli occhi’»: riflette il burattino di legno in cerca di un padre non più falegname, diventato spazzino del mare. Pulire da solo non ha senso, solo «pulire insieme» libera il ventre della balena e consente al burattino la trasformazione finale in bambino.
Lettere e parole dei quotidiani affiorano anche dalle tavole da cui emerge il verde e l’azzurro del mare. «Realtà, aspettando, accade, fare, mondo, piccoli, coraggio»: sono lemmi sparsi che accompagnano la vicenda del burattino di legno ma rimandano anche alla nostra quotidianità. Un libro che racconta insieme un mare immaginario e uno reale, capace di trasformare e di essere trasformato dalla vita.