Un banchiere indagato per riciclaggio dello sterco del diavolo
Vaticano Dopo il caso Vatileaks e la pubblicazione di documenti riservati che hanno portato all'arresto di un monsignore, un altro scandalo scoperchiato dagli "inquirenti" interni scuote la Santa Sede. Per il portavoce padre Federico Lombardi tutto ciò dimostra che l'opera di trasparenza e correttezza voluta dal Papa continua nonostante gli ostacoli. Ieri, intanto, è stato nominato il nuovo cda del Bambin Gesù, l'ospedale che aveva dirottato alcuni fondi destinati ai pazienti per ristrutturare l'abitazione del cardinale Bertone
Vaticano Dopo il caso Vatileaks e la pubblicazione di documenti riservati che hanno portato all'arresto di un monsignore, un altro scandalo scoperchiato dagli "inquirenti" interni scuote la Santa Sede. Per il portavoce padre Federico Lombardi tutto ciò dimostra che l'opera di trasparenza e correttezza voluta dal Papa continua nonostante gli ostacoli. Ieri, intanto, è stato nominato il nuovo cda del Bambin Gesù, l'ospedale che aveva dirottato alcuni fondi destinati ai pazienti per ristrutturare l'abitazione del cardinale Bertone
Alti prelati in carcere. Banchieri amici messi all’indice. Cda rinnovati per sopravvenuto scandalo. Ed è solo l’inizio. Quando il capo della chiesa ha detto che il “denaro è lo sterco del diavolo” forse intendeva dire che è arrivato il momento di fare luce proprio sulle attività finanziarie del Vaticano. Il messaggio non è nuovo, ma forse per la prima volta i destinatari della predica non se la caveranno con un’alzata di spalle. La missione più difficile per Papa Francesco. Cominciata prima con la riorganizzazione della sua banca ufficiale (Ior) e poi con l’apertura di una inchiesta sull’Apsa (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica), un dipartimento che controlla il patrimonio immobiliare e gli investimenti del Vaticano: è sospettato di aver riciclato denaro e di aver gestito affari poco puliti anche per conto di persone non interne al mondo della chiesa cattolica.
E’ questo il contesto, storicamente più rilevante della cronaca spicciola, in cui si inseriscono le nuove inchieste che stanno terremotando i sotterranei del Vaticano, con il prevedibile corollario di “corvi”, carte trafugate, notizie riservate e intercettazioni date in pasto ai giornali; e libri-inchiesta che scottano, come quello del giornalista Gianluigi Nuzzi, “Via Crucis”, in uscita oggi, dove sono trascritte telefonate riservate del Papa e vengono mosse accuse durissime alla gestione finanziaria del Vaticano totalmente fuori controllo (l’altro libro è “Avarizia” di Emiliano Fittipaldi). Da qui la coda velenosa del nuovo caso “Vatileaks” che nei giorni scorsi, dopo una indagine della Gendarmeria vaticana durata sei mesi, ha avuto come epilogo l’arresto di monsignor Vallejo Balda e di Francesca Chaouqui, una collaboratrice che lavorava nella santa sede e che è già stata scarcerata perché è disposta a collaborare con le indagini.
Con malcelata superiorità nei riguardi dei fastidi terreni, il portavoce del Vaticano, padre Federico Lombardi, ieri ha cercato di convincere che il nuovo scandalo non fa piacere ma è acqua passata, anzi, testimonia l’impegno della chiesa che ha deciso di andare fino in fondo nell’opera di rinnovamento. “Il Vaticano – ha precisato – non prende decisioni sulla base dei libri di Nuzzi e Fittipaldi. Il Vaticano conosce già molto bene la realtà e sa cosa deve fare. La strada della buona amministrazione, della correttezza e della trasparenza continua e procede senza incertezze”. Questo è il processo che per padre Lombardi andrebbe apprezzato, mentre la pubblicazione di documenti riservati “non rende in alcun modo ragione al coraggio e all’impegno con cui il Papa e i suoi collaboratori continuano ad affrontare la sfida di un miglioramento dell’uso dei beni temporali e di quelli spirituali”.
Sarà per dare conferma a questo impegno che lo stesso padre Lombardi, ieri, ha confermato un nuova azione del Vaticano che non ha nulla a che fare con lo scandalo della fuga di notizie: l’ufficio del Promotore di Giustizia presso il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha “avviato le indagini relative ad operazioni di compravendita di titoli e di transazioni riconducibili a Gianpietro Nattino”. Il Vaticano, per questo nuovo filone di inchiesta, ha chiesto la collaborazione dell’Italia e della Svizzera “mediante lettere rogatorie inoltrate per vie diplomatiche il 7 agosto 2015”.
Il nome di Nattino, proprietario della banca Finnat Euroamerica Spa, è emerso lunedì in un rapporto di “investigatori del Vaticano” (reso noto da Reuters) in merito ad “eventuale riciclaggio di denaro, insider trading e manipolazione del mercato” in cui sarebbe stata utilizzata l’Apsa, il dipartimento che si occupa di investimenti finanziari già finito nel mirino dai “rinnovatori” del Vaticano. Secondo gli “inquirenti” della Santa Sede, il banchiere avrebbe utilizzato conti Apsa per transazioni personali sul mercato azionario italiano, con un saldo di oltre 2 milioni di euro spostati in Svizzera. Il banchiere, a sua discolpa, ha detto di aver “sempre operato nel pieno rispetto delle normative in vigore, con la massima trasparenza e correttezza”.
Comunque andrà a finire questa inchiesta, l’idea è che ci sarà molto da lavorare per ripulire il Vaticano dallo sterco del diavolo. Lo si capisce anche dalla frenesia con cui la chiesa sta facendo pulizia al suo interno, soprattutto in merito ad alcuni enti piuttosto chiacchierati, come l’ospedale Bambino Gesù che aveva dirottato denaro destinato alle cure dei pazienti per ristrutturare l’attico del cardinale Bertone. Fatti risaputi, anche in Vaticano. Sempre Lombardi, proprio ieri, ha detto che “per garantire trasparenza, solidarietà ed innovazione”, è stato rinnovato il cda dell’ospedale con la nomina di sei nuovi consiglieri, tra cui anche Ferruccio De Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera, Anna Maria Tarantola, ex presidedente Rai, e Maria Bianca Farina, manager di Poste Italiane.
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