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Un balletto nel mondo altro di mercanti, schiave e pascià

Un balletto nel mondo altro di mercanti, schiave e pascià

A teatro Anne-Marie Holmes firma «Le Corsaire», alla Scala diretto da Frédéric Olivieri fino al 17 maggio

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 28 aprile 2018

Uno splendido rompicapo coreografico popolato di pirati, schiave, mercanti e pascià, aperto e chiuso dall’immagine poderosa di un grande veliero tra le onde. Al Teatro alla Scala è approdato Le Corsaire, lussureggiante balletto ottocentesco passato nella sua totalità al Piermarini solo nelle abbandonate edizioni di Giovanni Galzerani (1826) e Domenico Ronzani (1857), ma sempre vagheggiato, complice l’apparizione in più di un gala di quel portento di baldanza che è il suo estratto più famoso: il Grand pas de deux portato per la prima volta a Milano nella stagione 1965-66 da Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn.

La versione in scena fino al 17 maggio alla Scala è firmata dalla canadese Anne-Marie Holmes, che, dopo aver studiato in Russia, la confezionò per l’American Ballet Theatre nel 1997 da quella sovietica del 1973 di Konstantin Sergeev che a sua volta derivava da Petipa, autore di ben quattro versioni tra il 1863 e il 1899 dopo quella di Mazilier del 1856 su musica di Adam.
Frédéric Olivieri, direttore del ballo scaligero, ha scommesso sui suoi migliori elementi: in cast al debutto la prima ballerina Nicoletta Manni nel ruolo costellato di variazioni della schiava Medora, i neo primi ballerini Timofej Andrijashenko (il pirata Conrad) e Martina Arduino (Gulnare), il solista Marco Agostino (il mercante di schiavi), il primo ballerino Nino Sutera (Birbanto) e, nella super variazione, che è quella dello schiavo Alì, la neo scoperta Mattia Semperboni in sostituzione di Claudio Coviello, indisposto.

Sfida vinta. Qualità tecnica-espressiva sopraffina, che trascina lo spettatore nel mondo altro del personaggio, per Martina Arduino (Medora nel secondo cast), incantevole Gulnare a partire dal Pas d’esclave danzato con uno sfavillante Agostino, tecnica salda e spirito per Andrijashenko, limpida perfezione per Manni, pirouettes e salti mozzafiato per Semperboni, narrazione guizzante nel virtuoso Birbanto di Sutera.
Il balletto offre innumerevoli possibilità anche al corpo di ballo: basta citare il Jardin animé del terzo atto, balletto nel balletto che inizia con il sognante valzer di Léo Delibes. Scene e costumi nuovi di Luisa Spinatelli, di cui abbiamo apprezzato i quadri del mercato e della grotta dei pirati con il mare per sfondo. Nei ruoli top recite anche con la neo prima ballerina Virna Toppi (sia Gulnare che Medora), il neo solista Nicola Del Freo, Marco Agostino.

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