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Un anno dopo, la Firenze antirazzista manifesta per Idy Diene

Un anno dopo, la Firenze antirazzista manifesta per Idy DieneIn corteo per ricordare Idy

Antirazzismo Partecipata e commovente iniziativa della comunità senegalese e della città antirazzista sul ponte Vespucci, dove l'ambulante fu ucciso senza alcun motivo da un ex tipografo in pensione. I fiori della Camera del Lavoro, in corteo anche la candidata sindaco della sinistra diffusa Antonella Bundu. La vedova Kene Mbengue: “Firenze non è una città razzista. Ma ci si deve rendere conto che il clima sta cambiando. Sta peggiorando”.

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 6 marzo 2019

“No, Firenze non è una città razzista. Ma ci si deve rendere conto che il clima sta cambiando. Sta peggiorando”. Kene Mbengue ha con sé il mazzo di fiori che la Camera del Lavoro ha voluto deporre lì dove, un anno fa, suo marito Idy Diene fu ammazzato senza alcun motivo da un ex tipografo in pensione. L’assassino, Roberto Pirrone, è stato condannato con il rito abbreviato a 16 anni per omicidio volontario, ed è in carcere. Ma per la comunità senegalese che oggi ricorda Idy Diene, insieme alla Firenze antifascista e antirazzista, l’ambulante che amava questa città dove viveva da tanti anni può ancora ascoltare la preghiera laica che parte dal ponte Vespucci. “Chiediamo a lui di guidarci verso la retta via, e di essere uomini giusti e di buona volontà”.
C’è grande commozione su questo ponte, ora chiuso al traffico per interventi di restauro e quindi silenzioso, se non per il rumore dell’Arno che scorre verso la pescaia di Santa Rosa. Una colorata performance sul tema dell’antirazzismo anticipa il partecipato corteo promosso da Rete antirazzista, Cpa Firenze sud, collettivi studenteschi, comitato fiorentino Fermiamo la guerra, Comunità delle Piagge contro ogni forma di razzismo e comitato Basta morti nel Mediterraneo. C’è Pap Diaw, primo consigliere comunale nero nella storia della città, che sorride ma non fa sconti nel fotografare la realtà odierna: “Da un anno a questa parte, in questo paese il razzismo si è diffuso, impossibile non accorgersene. E’ razzismo di Stato. E se è lo Stato a diventare razzista, figuriamoci cosa può accadere fra la gente, fra i cittadini”.
Quasi tutta la segreteria della Camera del Lavoro è qui sul ponte insieme alla comunità senegalese, da Enzo Masini a Bernardo Marasco, Elena Aiazzi e Gianluca Lacoppola. C’è anche la candidata sindaco della sinistra diffusa Antonella Bundu, salutata festosamente. Mentre al mattino sono stati qui il sindaco Nardella, i suoi assessori e alcuni consiglieri comunali, pronti anch’essi a promettere che a Firenze il razzismo non passerà. Grazie alla generosità di tanti fiorentini, in questi mesi sono stati raccolti in memoria di Idy circa 36mila euro, equamente divisi all’interno della famiglia. “E’ impossibile negare quanto una persona possa essere in grado di farsi amare e quanto il suo ricordo resti vivo nella memoria di tutti noi – ricordano gli amici di Idy Diene – il ricordo di un uomo che non ha mai smesso di sorridere”.

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