A Rotterdam l’aeroporto si raggiunge in meno di dieci minuti tramite delle navette elettriche che partono a ogni arrivo della metropolitana. La hall d’ingresso è pavimentata con un parquet di legno, la zona di imbarco sembra una delle aree espositive del salone del mobile: poltroncine e sedie di design, piante, enormi finestre a vetri temperati che di giorno non rendono necessaria la luce artificiale ma contemporaneamente attenuano raggi solari, e sulle quali scorrono in loop, al posto delle pubblicità, prodotti audiovisuali realizzati dagli studenti del locale istituto di arti visive.

È un aeroporto silenzioso: non c’è musica né annunci di volo, i passeggeri sono pregati di consultare le schermate di informazioni nelle immediate vicinanze. La registrazione del bagaglio è resa più veloce da un meccanismo digitale, il trasporto dei passeggeri verso i rispettivi velivoli è effettuato da navette elettrificate al 100%.

Completamente rinnovato nel 2019, il Rotterdam The Haigue Innovation Airport (RHIA) è stato il primo a ricevere nel 2021 il più alto livello di accreditamento (livello 4+ ) dell’Airport Carbon Accreditation (ACA), il programma internazionale di riduzione della CO2 dell’Airports Council International (ACI).

Questo sta a significare che le azioni intraprese dall’aeroporto di Rotterdam per realizzare riduzioni tangibili delle proprie emissioni di CO2 sono allineate con l’accordo di Parigi. «Proprio come per gli altri settori, anche per quello dell’aviazione è necessaria la transizione verso una maggiore sostenibilità. Avevamo di fronte due strade», spiega Emile Stöver, consigliere strategico della fondazione RHIA, «ridurre il numero dei voli o investire sulle tecniche più innovative a disposizione per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Abbiamo scelto la seconda».

Fra le soluzioni che hanno contribuito maggiormente al raggiungimento dell’obiettivo, i nuovi edifici dei terminal, costruiti in materiali il più possibile naturali e con tecniche circolari: ad esempio, il tetto in muschio cattura la polvere fine e contribuisce senza consumo di energia a una temperatura interna più stabile. In secondo luogo, la creazione di un parco solare della potenza di 13 MW nello spazio disponibile accanto alla pista, sui tetti e sopra i parcheggi. L’energia solare generata viene utilizzata per elettrificare le operazioni a terra in aeroporto, ma essendo più di quella necessaria, viene venduta ad altri utenti su e intorno a RHIA, oltre che essere fornita ai residenti locali.

L’energia prodotta localmente servirà anche per la produzione a emissioni zero di celle a idrogeno e dei costosi , energeticamente parlando, carburanti sintetici: questi ultimi hanno un’impronta di carbonio neutra, in quanto il carbonio viene prelevato dalla CO2 atmosferica e unito all’idrogeno per ottenere i combustibili. Quindi il veicolo che utilizza questi combustibili rilascerà dallo scarico in atmosfera lo stesso carbonio utilizzato per produrre l’e-fuel. Il surplus energetico del parco solare, secondo i calcoli di RHIA, permetterà di arrivare a produrre entro il 2023, mille litri di cherosene sintetico al giorno utilizzando solamente l’energia elettrica prodotta internamente.