Arresti domiciliari per il segretario regionale del Pd umbro Giampiero Bocci e per l’assessore alla Sanità Luca Barberini. Indagata pure la governatrice Catiuscia Marini. Un concorso sanitario andato in scena un anno fa è finito nel mirino della guardia di finanza di Perugia che, ieri pomeriggio, ha fatto scattare un’operazione che rappresenta l’ennesimo colpo subìto dal Pd in una regione rossa. Questa volta lo smottamento è di carattere giudiziario, ma sono già anni che il centrosinistra è in apnea da queste parti: dalla conquista di Perugia da parte del centrodestra nel 2014 fino alla clamorosa resa di Terni un anno fa alle politiche, con il Pd e la sua coalizione umiliati e ridotti ai minimi termini nelle urne.

OLTRE AGLI ESPONENTI DEL PD, la guardia di finanza ha arrestato anche il direttore generale dell’ospedale di Perugia Emilio Duca e il dirigente amministrativo Maurizio Valorosi. Insieme a loro nel registro degli indagati ci sarebbero anche altri sei funzionari. Le ipotesi di reato sono falso ideologico, rivelazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio e favoreggiamento.

Secondo i pm Paolo Abbritti e Mario Formisano, che hanno coordinato l’inchiesta, gli indagati avrebbero «condizionato otto procedure di selezione del personale». Come? Nell’ordinanza d’arresto emessa dal gip del tribunale di Perugia si legge che agli atti dell’indagine ci sarebbe un video in cui si vede il direttore Duca avere con sé «le tracce delle prove scritte del concorso e le dovesse portare in consiglio regionale, per consegnarle all’assessore regionale Luca Barberini, il quale risulterà in effetti dal prosieguo delle conversazioni il soggetto più interessato all’esito della procedura e quello anche più ascoltato».

L’ORDINANZA FA anche riferimento a una «conversazione intercettata» e a delle «immagini captate presso l’ufficio di Maurizio Valorosi il giorno prima delle prove scritte». Non solo, secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero anche «manipolato il sorteggio dei componenti della commissione dell’esame». Il gip, in conclusione, sostiene che non ci siano elementi per parlare di associazione a delinquere ma definisce comunque il tutto come «sistema».

COSÌ, IERI MATTINA, GLI AGENTI della finanza hanno perquisito gli uffici amministrativi dell’ospedale Santa Maria della Misericordia e dell’assessorato alla Sanità, sequestrando una gran mole di documenti che nelle prossime ore saranno passati al vaglio dagli investigatori.

Questa storia piove sul Pd umbro in un momento delicatissimo, anche perché le elezioni regionali si terranno tra un anno e, se già c’era qualche dubbio su una nuova vittoria, a questo punto le possibilità di farcela appaiono ancora meno. Nel 2015 la Marini fu confermata alla presidenza per un pelo, perdendo quasi centomila voti rispetto a cinque anni prima. Adesso la governatrice rilascia dichiarazioni in cui prova a ostentare grande tranquillità, ma la verità è che questa inchiesta la fa tremare parecchio e potrebbe rappresentare il capolinea della sua carriera politica.

«HO OFFERTO LA MIA MASSIMA collaborazione personale e istituzionale all’attività dei rappresentanti dell’autorità giudiziaria – ha fatto sapere ieri con una nota -. Sono assolutamente tranquilla e fiduciosa nell’operato della magistratura, nella certezza della mia totale estraneità ai fatti e ai reati oggetto di indagine».

Per quello che riguarda Bocci, l’arresto di ieri rappresenta forse la mazzata definitiva alle sue speranze di diventare governatore nel 2020. Lui, deputato in tre legislature fino al 2018 e sottosegretario agli Interni durante i governi Letta, Renzi e Gentiloni, lo scorso dicembre aveva battuto Walter Verini alle primarie per la segreteria regionale e, malgrado varie smentite, il suo era considerato un nome spendibile per la successione di Catiuscia Marini a Palazzo Donini, sede della regione.

Adesso con il Pd tramortito dallo scandalo, la destra spinge per tornare il più presto possibile a votare. Salvini già fiuta una nuova vittoria e così, poche decine di minuti dopo gli arresti, si è affrettato a dichiarare che «i cittadini dell’Umbria sono malgovernati da troppo tempo» e che quindi sono necessarie «elezioni regionali subito».