Ieri si è consumato l’ultimo atto dell’acquisizione di Rizzoli da parte di Mondadori con la vendita del marchio (e catalogo) Bompiani al gruppo fiorentino Giunti per 16,5 milioni di euro. La Borsa ha salutato positivamente la notizia: le azioni Mondadori sono infatti salite di quattro punti di percentuale. Per Giunti, invece, significa aggiungere un altro marchio al già nutrito carnet della casa editrice. Con l’acquisto di Bompiani, la casa editrice fiorentina rafforza le sue posizioni di quarto gruppo editoriale italiano, che può ormai contare su un catalogo di tutto rispetto anche per quanto riguarda la narrativa.
Si chiude così una vicenda iniziata lo scorso aprile con la vendita Rizzoli libri a Mondadori. Un’operazione da 127 milioni di euro, che ha visto le polemiche dimissioni della direttrice editoriale di Bompiani Elisabetta Sgarbi, che con un nutrito gruppo di autori – Da Umberto Eco a Sandro Veronesi, da Hanif Kureshi a Tahar Ben Jelloun – ha poi dato vita alla casa editrice «La Nave di Teseo».
La fusione delle due casi editrici ha significato la nascita di un monopolio dell’industria libraria. I due gruppi editoriali, infatti, controllano il 40 per cento del mercato.
Obbligato, a quel punto, l’intervento della authority per la concorrenza, che ha subordinato il semaforo verde all’operazione solo se il nuovo gruppo – chiamato con sarcasmo Mondazzoli – avesse venduto alcuni marchi.
Marsilio è così ritornato nelle mani di Cesare De Michelis, uomo chiave nella storia del gruppo veneto. Per Bompiani invece le voci sul possibile acquirente sono state varie e repentinamente smentite dai diretti interessati. In una serie di dichiarazioni Elisabetta Sgarbi ha però mostrato interesse per l’acquisto di Bompiani. Ieri la notizia della vendita, suggellato dall’amaro commento di Sandro Veronesi: «Si è infranto il sogno di riunire il catalogo Bompiani», aggiungendo che il rischio di concentrazioni monopolistiche e di scomparsa dei piccoli e indipendenti editori è ancora molto alto.