McDonald’s ha evitato di rimborsare milioni di euro di imposte arretrate perché le autorità antitrust dell’Ue hanno dichiarato che il suo accordo fiscale con il Lussemburgo non è illegale anche se ha permesso alla multinazionale americana di eludere totalmente le tasse dal 2009 ad oggi. A questa singolare conclusione è arrivata ieri la Commissione Europea che ha escluso l’esistenza di «aiuti di stato» da parte del Lussemburgo, addebitando l’irregolarità a una cattiva applicazione della legislazione nazionale e della convenzione sulle doppie imposizioni con gli Stati Uniti da parte del Granducato.

La commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha stigmatizzato il danno provocato da anni di elusione: «Mc Donald’s non ha pagato le tasse e questo non è come dovrebbe essere dal punto di vista dell’equità fiscale». Pur di fronte a un’iniquità manifesta, Vestager ha dovuto chiudere l’indagine aperta dal 2015 assolvendo sia il colosso degli hamburger che il Lussemburgo dove ha la sua sede fiscale. Da oggi non dovrebbero più verificarsi casi simili. Il governo del Lussemburgo ha presentato in parlamento un progetto di legge che modifica alcune disposizioni della legislazione fiscale con l’obiettivo di impedire in futuro situazioni di doppia non-imposizione.

Le regole europee sugli aiuti di Stato proibiscono ai membri della Ue di accordare vantaggi solo per certe imprese attraverso vantaggi fiscali «selettivi». Quando è partita la procedura di infrazione, nel 2015, quello di Mc Donald’s è sembrato rientrare in questo caso. Nel marzo 2009, le autorità lussemburghesi hanno sostenuto che Mc Donald’s Europe Franchising non era tenuta a pagare l’imposta sulle società perché gli utili erano soggetti a tassazione negli Stati Uniti. La convenzione lussemburghese contro la doppia imposizione esenta i redditi da imposte sulle società in Lussemburgo, perché le tasse sono pagate negli Stati Uniti. In seguito le autorità lussemburghesi e McDonald’s hanno avviato indagini sulla presenza imponibile del McDonald’s Europe Franchising negli Stati Uniti. McDonald’s ha sostenuto che, sebbene la filiale statunitense non fosse una «stabile organizzazione» secondo la legislazione fiscale Usa, si trattava di una «stabile organizzazione» secondo la legislazione fiscale lussemburghese. Il reddito avrebbe dovuto essere esentato dalle tasse ai sensi della legislazione lussemburghese.

Le autorità lussemburghesi hanno condiviso questa interpretazione e, nel settembre 2009, hanno emesso una seconda sentenza fiscale in base alla quale McDonald’s Europe Franchising non era più tenuta a dimostrare che i redditi da royalty erano soggetti a tassazione negli Stati Uniti.

La Commissione ha ritenuto che le autorità lussemburghesi potevano esentare la filiale statunitense dall’imposta sulle società senza violare la convenzione sulla doppia imposizione, poiché la filiale statunitense poteva essere considerata una stabile organizzazione ai sensi del diritto fiscale lussemburghese. Nel frattempo il danno è stato fatto