L’Avvocatura generale dello Stato ha inviato ieri a Pfizer, per conto del commissario straordinario Domenico Arcuri, «una diffida ad adempiere ai propri obblighi contrattuali relativi, anzitutto, alla mancata consegna di dosi destinate alla campagna di vaccinazione». Altri atti potrebbero seguire: Arcuri «valuterà ulteriori azioni da intraprendere». Cioè un esposto ai pm per potenziale danno alla salute e una richiesta a nome del governo italiano e delle regioni al foro di Bruxelles per inadempimento.

ARCURI IERI HA SPIEGATO che l’obiettivo dell’immunità di gregge entro l’autunno potrebbe essere centrato con l’arrivo di altri vaccini. Se l’italiano Reithera dovrebbe completare la fase 3 solo a giugno, Johnson&Johnson invece potrebbe riceve l’ok dall’Ema entro marzo e subito entrare in commercio: questo farmaco necessita di una sola somministrazione e può essere conservato in un semplice frigo permettendo così di far entrare in gioco per la somministrazione i medici di base e i farmacisti. Sui tagli delle forniture da parte di Pfizer, ma anche di Astrazeneca (che ha annunciato una sforbiciata per l’Europa del 60%) Arcuri ha commentato: «I ritardi sono insopportabili. La speranza è che le forniture siano regolari ora così da poter recuperare tempo e terreno».

LA PRIMA CONSEGNA di Pfizer di questa settimana è stata di 31.500 dosi mentre oggi ne sono attese circa 406mila e domani 17mila. Per oggi dovrebbero arrivare anche le 66mila di Moderna. Per Astrazeneca, invece, l’accordo di acquisto anticipato firmato ad agosto dalla Commissione prevede la consegna di almeno 300 milioni di dosi al costo di 336 milioni di euro, più un’opzione per altre 100 milioni. L’Ue ne avrà 31 milioni invece degli 80 milioni pattuiti per il primo trimestre 2021 (3,6 milioni all’Italia invece di 8). L’azienda è ancora in attesa del via libera dall’Ema, che dovrebbe arrivare entro venerdì.

DOPO GIORNI DI MELINA, l’Ue ha ammesso che il problema esiste. Domenica il presidente del Consiglio europeo Charles Michel aveva dichiarato: «Dobbiamo far rispettare i contratti firmati, possiamo utilizzare tutti i mezzi giuridici a nostra disposizione». Ma contro Pfizer non si è alzato la voce (il contratto Ue non prevede delle penali automatiche in caso di ritardi) come contro Astrazeneca, che invece l’Ue ha finanziato. Ieri la Commissione ha fatto sapere: «Stiamo lavorando per istituire un registro dei trasferimenti dei vaccini fuori dall’Unione, per capire se le case produttrici stiano consegnando altrove i vaccini destinati ai paesi membri». Il registro, chiamato «schema di trasparenza», dovrebbe essere pronto in una settimana.

«Il nuovo calendario di consegne annunciato da Astrazeneca non è accettabile – ha dichiarato la commissaria Stella Kyriakides -. L’Ue ha investito in anticipo in questa produzione e vuole un ritorno. Le aziende che producono in Ue ed esportano vaccini dovranno comunicarci in anticipo le destinazioni, escluse solo le spedizioni umanitarie».

L’UE HA SUPPORTATO lo sviluppo e la produzione di diversi vaccini per un totale di 2,7 miliardi di euro. La stessa presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha contattato il capo di Astrazeneca, Pascal Soriot. L’azienda ha attribuito il calo della produzione a «una ridotta replicazione del virus rispetto alle aspettative» nel sito produttivo belga. Ma la Commissione vuole sapere quante dosi Astrazeneca sono state prodotte e dove sono state consegnate: «Ci aspettiamo che Astrazeneca esplori tutte le flessibilità in termini di capacità produttiva per onorare gli impegni».

UN CAMPANELLO D’ALLARME è arrivato all’Italia dall’Ue: Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Bolzano potrebbero finire in rosso scuro, la classificazione decisa dall’Europa in base agli ultimi dati pubblicati dal Centro europeo per il controllo delle malattie relativi al numero di casi ogni 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni. L’Ue ha deciso che quando questo valore supera i 500 scatta la zona rosso scuro. Ma si tratta di una simulazione e non di una decisione già presa, da aggiornare con i nuovi dati. Chi vorrà uscire da queste aree dovrà sottoporsi a test e quarantena fino a 14 giorni.

I nuovi casi di Covid ieri in Italia sono stati 8.561 su 143.116 test, 420 le vittime (85.881 in totale da inizio pandemia). Il tasso di positività è salito a 5,98% (domenica era al 5,3%).