È caduta anche l’ultima trincea del centrosinistra in Friuli Venezia Giulia. Per appena 280 voti di differenza nel ballottaggio di domenica, il nuovo sindaco di Udine è Pietro Fontanini, 65 anni, leghista, già presidente della Regione per cinque mesi nel 1993 e poi parlamentare. Laurea in sociologia, insegnante, già sindaco di Campoformido fino al 2004, è stato l’ultimo presidente della Provincia che ha chiuso i battenti il 21 aprile scorso dopo due secoli.

Fontanini, sull’onda del trionfo del neo-governatore leghista Massimiliano Fedriga due settimane fa, trasloca così da palazzo Antonini-Belgrado al municipio di Udine che per dieci anni è stato guidato da Furio Honsell. Alle urne decisive l’affluenza è arrivata al 47,19% con 382 schede nulle e 5 voti contestati o non assegnati. Il verdetto finale dei 98 seggi elettorali è stato di 18.830 preferenze (50,37%) per il leghista e 18.550 (49,63%) per Vincenzo Martines, l’uomo della “ditta” che aveva costruito una coalizione di stampo ulivista con la partecipazione diretta come marchio di fabbrica.

«Abbiamo fatto una rimonta clamorosa: al primo turno eravamo sotto di 2.500 voti e li abbiamo recuperati quasi tutti. Nulla da rimproverare alla mia squadra. Gli udinesi hanno scelto il cambiamento, guardando però al passato: un voto di pancia, ma la politica è anche questo…», commenta a caldo Martines.

Il nuovo sindaco della Lega (che non ha mai perso una competizione elettorale) festeggia nel salone del popolo di palazzo d’Aronco con i sostenitori che gridano «Udine libera», «Udine rialzati» e tanto per gradire, così spontaneamente, salutano a braccio teso, con il saluto romano. L’euforia da ventennio fascista è persino immortalata in un video che spopola sul web. Fontanini per parte sua ha la bandiera azzurra e l’aquila araldica d’oro sulle spalle e scandisce: «Metterò la polizia comunale alle dipendenze del sindaco, perché questa città ha bisogno di una presenza capillare delle forze dell’ordine».