L’[/ACM_2]estensione della tregua ha il significato più ovvio: tentare di nascondere e fare come non ci fosse, il conflitto tra Kiev e le regioni separatiste orientali, che continua a uccidere e complicare la vita della popolazione delle regioni orientali del paese. La guerra infatti non si è fermata e se nei primi giorni della tregua si erano segnalati combattimenti e scontri, dopo l’annuncio della proroga del cessate il fuoco, sono arrivate immediate altre notizie di morti e battaglie.

«A Kramatorsk continuano le azioni militari», ha affermato il leader dei separatisti Miroslav Rudenko, citato dall’agenzia di stampa Interfax. L’estensione della tregua fino a lunedì, annunciata giovedì dal presidente ucraino Petro Poroshenko, secondo Rudenko ha come unico obiettivo quello di dare tempo all’esercito per colpire i separatisti. Da parte loro, invece, le forze governative hanno accusato i ribelli di sparare contro soldati all’aeroporto di Kramatorsk. Tuttavia, come riferito dall’esperto militare Dmitri Tymchuk, non ci sarebbero vittime.

Ma c’è un nuovo elemento, per ora appena accennato, ma che rischia di essere in potenza una detonazione non da poco, perché ieri la Russia ha denunciato uno sconfino dello scontro. Ieri le autorità russe hanno denunciato che tre colpi di artiglieria sarebbero arrivati in territorio russo, al posto di confine di Gukovo, danneggiando una struttura doganale di due piani della guardia di frontiera.

Lo ha fatto sapere il responsabile regionale della dogana di Rostov sul Don, Andrei Beliaiev, citato dall’agenzia Interfax, sostenendo che doganieri e guardie di frontiera hanno messo in salvo una trentina di profughi ucraini che stavano compilando dei documenti per essere ammessi in territorio russo (giusto nei giorni scorsi Mosca aveva denunciato la straordinaria complicazione umanitaria, segnalata dalle migliaia di profughi che secondo il Cremlino starebbe arrivando in Russia dall’Ucraina).

E ieri Mosca è tornata sull’argomento relativo alla minaccia di nuove sanzioni da parte delle potenze occidentali. Secondo il ministro dello sviluppo economico russo Alexiei Uliukaiev, l’eventualità potrebbe avere «serie conseguenze» sull’economia russa, anche se il sostiene comunque che sono stati analizzati gli scenari che potrebbero verificarsi in caso di sanzioni e che, nonostante i danni per l’economia, la Russia sarebbe in grado di sostenerli.

«Di certo – ha spiegato Uliukaiev – la crescita economica potrebbe diventare gravemente negativa, e ancora più negativo sarebbe l’impatto sui tassi di investimento, i redditi diminuirebbero, l’inflazione aumenterebbe e le riserve si ridurrebbero. In generale, però, non sarebbe una situazione drammatica».