Da stamane e fino alle 22 si vota in Ucraina per eleggere il presidente che guiderà il paese fino al 2024. Allestiti seggi anche all’estero dove si sono registrati 541mila cittadini ma non in Russia dove il governo ucraino ha preferito non far votare i tre milioni di migranti residenti all’ombra del Cremlino. Gli ultimi sondaggi non hanno mutato il quadro che si era delineato nelle ultime settimane. Anzi sembra allargarsi la forbice tra Vladimir Zelensky, il comico televisivo con un programma anti-casta in testa secondo tutte le agenzie con il 27% delle preferenze contro il 17% di Yulya Timoshenko e il 16% del presidente uscente Petro Poroshenko.

SE NESSUNO dei candidati raggiungerà il 50%+1 dei voti si tornerà ai seggi per il ballottaggio domenica 21 aprile. Ma a far fede ai sondaggi circolanti Zelensky dovrebbe battere al secondo turno qualsiasi avversario gli si opporrà. Un vero candidato-bulldozer venuto a galla solo 6 mesi fa e a cui i suoi avversari faticano a prendere le misure. Gli spin-doctors della campagna di Poroshenko hanno disperatamente cercato nelle ultime ore di trovare degli scoop per sporcare l’immagine dello show-man. Così è venuta a galla attraverso una inchiesta di Slidstvo.info una villa a Forte dei Marmi di 14 stanze e del valore 3,8 milioni di euro di proprietà di Zelensky che non sarebbe mai stata dichiarata al fisco. Accuse respinte dal suo staff che ha parlato di «macchina del fango». Altri giornali hanno preferito concentrarsi sui suoi legami con Igor Kolomoisky oligarca titolare di Privat Bank e delle linee aeree ufficiali del paese Ukraine Airlines che lo renderebbero poco credibile come paladino della gente comune. Tuttavia sono legami già abbondantemente noti e mai negati da Zelensky: argomenti che difficilmente potranno avere un qualche impatto sui suoi potenziali elettori. Zelensky stesso, non si è peritato di rispondere alle accuse preferendo continuare a dispensare sorrisi e messaggi di speranza. Ha chiuso la campagna riempiendo lo stadio olimpico della capitale. Canzoni, sketch comici e ben poca politica.

IL SUO PROGRAMMA economico per far uscire il paese dalla catastrofe economica in cui versa è rimasto un mistero fino all’ultimo giorno di campagna e probabilmente resterà tale anche durante il ballottaggio. Come del resto resta un mistero chi saranno i suoi più stretti collaboratori nel caso di elezione. Più delineato il suo programma di politica estera: basta con la guerra nel Donbass sulla base di slogans vagamente pacifisti tipo «riportiamo a casa i nostri ragazzi», trattative con la Russia per definire le controversie territoriali, ingresso a pieno titolo nella Ue e nella Nato ma solo previo referendum popolare. Tutte proposte che dovranno fare i conti prima di poter essere attuate (l’Ucraina è una repubblica semi-presidenziale) con il passaggio delle elezioni legislative dove il partito di Zelensky Servire il Popolo resta ancora tutto da costruire.

FINALE DI CAMPAGNA sottotono invece per Poroshenko che anzi è incappato in un nuovo scandalo riguardante il suo tanto chiacchierato staff elettorale. Il giornale della capitale Strana, riportava ieri che «i funzionari di polizia della città di Cherkasy hanno dichiarato di aver scoperto una compravendita di voti a favore del candidato P.». Secondo la polizia in un edificio pubblico della cittadina era stato approntato un ufficio dove venivano distribuiti soldi in cambio della promessa di votare il presidente uscente. La polizia avrebbe denunciato alcuni individui e sequestrato attrezzature informatiche e scatole contenenti contanti.