Si fa prima a dire chi ha espresso dubbi: nel dibattito tra gli eletti che ha seguito la relazione di insediamento di Giuseppe Conte al vertice del Movimento 5 Stelle si è distinto l’ex ministro dello sport Vincenzo Spadafora. Che ha prima messo in guardia l’ex presidente su quello che lo aspetta: «questo del leader non è un percorso semplice e scontato», ha detto. Poi ha commentato il fatto che Conte abbia detto che non vuole che nei 5 Stelle esistano correnti. Ma le correnti, ha dissentito con fare diplomatico Spadafora, non sono necessariamente «garanzie di potere», piuttosto esprimono «voglia di partecipazione».

FINO A POCO tempo fa si sarebbe considerato che Spadafora era molto vicino a Luigi Di Maio e le illazioni si sarebbero moltiplicate. Ma era un altro Movimento 5 Stelle, anche se ieri l’ex capo politico ha incontrato il segretario Pd Enrico Letta rafforzando l’idea di chi lo vuole preso a costruirsi proprie relazioni e rafforzare la propria posizione a prescindere da Conte, magari in vista di un futuro confronto interno. Di sicuro, un’opinione che comincia a circolare tra alcuni grillini (ovviamente non esternata) dice che se Conte volesse veramente togliere l’acqua nella quale galleggiano le associazioni e le correnti che sono nate in questi mesi di caos interno dovrebbe dar vita ad un percorso realmente partecipato. Sta invece accadendo che il nuovo leader stia prendendo insieme a Beppe Grillo pieno possesso delle leve del comando nel M5S. Non è un caso che nel corso del dibattito Conte si sia sentito in dovere di specificare che quando proporrà le modifiche allo statuto, queste dovranno essere ratificate dal voto online (che ciò avvenga sulla piattaforma Rousseau, ancora non è dato sapere). Ma ad alcuni il semplice voto con un clic potrebbe non bastare più come una volta.

CONTE SA di potersi giocare la carta della sua popolarità tra gli italiani, non solo quella del consenso presso gli eletti del M5S. È anche ai suoi sostenitori che ha parlato giovedì sera ed è per questo che ha invitato i 5 Stelle ad aprirsi il più possibile. «Il nuovo M5S sarà accogliente verso la società e intransigente sui principi» ha detto bilanciando la spinta all’apertura con il richiamo identitario dell’onestà e della lotta ai privilegi. Il punto è che l’omaggio all’identità prevederebbe, e ormai se lo aspettano anche numerosi eletti o aspiranti tali che hanno sentito le parole di Beppe Grillo e che già agli Stati generali avevano preso posizione in questo senso, che il tetto dei due mandati resti in vigore. Se così fosse, sarebbe difficile mantenere buoni rapporti con la totalità dei big (a eccezione del ministro supercontiano Stefano Patuanelli, debuttante alla camera e reduce da un «mandato zero» da consigliere comunale) se al tempo stesso dovesse decretarne la scadenza.

INSOMMA, CONTE ha tutto l’interesse di allargare la platea dei suoi interlocutori anche per diminuire il peso specifico dei big del M5S che potrebbero creargli problemi. Alla finestra, tanto per fare un nome dei soggetti esterni interessati, c’è Alessandro Di Battista. Se davvero Conte dovesse trovare un accordo di convivenza con Rousseau e se soprattutto dovesse tenere duro sui due mandati, l’ex deputato romano potrebbe tornare in pista, costituire un controcanto movimentista alla figura istituzionale ex premier e riprodurre in nuove forme e in un altro contesto lo schema che ha portato il M5S «di lotta e di governo» ad essere votato da tantissime persone. Sono soltanto ipotesi, ma è evidente che dopo anni di vita parlamentare essere al vertice del M5S con pieni poteri potrebbe non essere una passeggiata, come del resto ha riferito a Conte in assemblea il sibillino Spadafora. Mentre il leader ancora studia gli scenari e si districa nel ginepraio legale grillino, mette sul tavolo della discussione con una certa nonchalance i suoi 3,7 milioni di seguaci su Facebook, più del doppio di quelli del Movimento 5 Stelle e oltre un milione in più di quelli di Di Maio. Se dovesse servire, insomma, avrebbe un pulpito a disposizione e un’ampia platea alla quale rivolgersi.