«Cartesiano e implacabile, pulito e tagliente come un bisturi, un universo scintillante di pietre dure, leggero e levigato, quello che ci voleva per riappropriarsi di un teatro che aveva smesso di parlarci perché pretendevamo di fargli dire ciò che non gli interessa». Così riassumerei l’impressione che ho avuto leggendo, Pazzo per l’opera. Istruzioni per l’abuso del melodramma (Garzanti, 2020, 216 pp.), l’ultimo libro di Alberto Mattioli, giornalista oltreché saggista e lui stesso librettista, senza dimenticare i suoi (at)tributi da gattolico praticante. IL FATTO È CHE, dopo avere a lungo cercato le parole per interpretare sinteticamente la scrittura di uno dei...