In piedi per il pallone. È ormai un trend, nel calcio europeo, in attesa che anche in Italia – in questo momento parecchio affacendata a complicarsi la vita, tra la Serie B che forse cambia format in corso d’opera, la Lega Pro che non parte e il Chievo penalizzato di soli tre punti per la vicenda plusvalenze – si prenda in esame il tema: stanno tornando i settori popolari, i posti in piedi, ora chiamati rail seats, ovvero le vecchie gradinate con le balaustre, ma con un aggancio che s’avvita e svita, per ottemperare agli obblighi delle partite di coppe europee, che prevede solo posti a sedere. Economici, battaglieri, per decenni l’essenza del calcio popolare.

Ora è la Francia a tornare all’antico, dopo il via all’utilizzo dei rail seats da parte del ministero dello sport transalpino negli impianti del Sochaux e Lens, Ligue 2 e anche ad Amiens e Saint Etienne, in Ligue 1. Insomma, un riconoscimento al calcio popolare, un passo in avanti verso il pubblico, che forse negli anni è stato quasi silenziato, come se assistesse alle partite in un palazzetto dello sport, piuttosto che in uno stadio. Certo, eventi come Hillsborough, quasi 30 anni fa (1989, 96 tifosi del Liverpool morti per asfissia, stretti tra transenne e barriere a Sheffield, oltre 700 feriti) hanno portato per esempio il governo inglese a vietarle dall’anno successivo, con il rapporto di Lord Peter Taylor che impose i seggiolini in tutti gli stadi, stessa misura presente nel calcio italiano dal 1996 per le strutture con capienza superiore alle duemila unità.

Ma da qualche tempo la Football Association (e soprattutto il governo) ha ripreso in considerazione i posti popolari per la Premier League, dopo una lettera dei 20 club, con lo Shrewsbury Town (League One, terza serie) che lo scorso agosto ha inaugurato la sezione dello stadio con i rail seats, primo club professionistico di Sua Maestà, 550 posti pagati dai tifosi con una raccolta fondi online. E con la Championship, la (ricca) seconda divisione inglese, che dalla prossima stagione inaugura le safe standing areas, interi settori con posti in piedi e con le balaustre, con seggiolini richiudibili. D’altronde lo stesso aveva fatto da un paio di stagioni il Celtic Glasgow, oltre 2500 posti in piedi, con seggiolino a scatto per questioni di sicurezza, tipo quelli nel corridoio dei treni, in un turno preliminare di Champions League. E così in Bundesliga un po’ ovunque, per esempio nella curva del Borussia Dortmund, la Sudtribune, il famoso Muro, standing area con seggiolini rail nella parte alta e i bolt on (del tutto smontabili e portati via dopo le partite europee) in quella bassa. Insomma, all’appello manca solo (quasi) l’Italia.