Per Di Maio «La via della Seta non deve essere vista assolutamente come una nuova alleanza geo-politica: è un memorandum che firmerò io come Ministro dello Sviluppo economico e che servirà anche ai porti del Sud». Benissimo, ma intanto da quanto è emerso nelle scorse ore, l’eventuale memorandum sarà firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

E POI: DI QUALI PORTI del sud parla Di Maio? Taranto? Può essere, ma nella bozza di memorandum trapelata non c’è Taranto, ma neanche Trieste, anzi non è indicato alcun luogo e tanto meno cifre, una caratteristica strana per un accordo commerciale, come Di Maio continua a ripetere sia il Mou (che infatti è un documento politico, ma dovrebbe contenere indicazioni più specifiche). Per Salvini il «Mou non è un testo sacro», Mattarella si è già espresso sostenendo ugualmente che il Mou garantisce Europa e alleati americani, anzi è più stringente di altri. Insomma questo documento sembra qualcosa di completamente innocuo.

Ma allora perché la Cina dovrebbe firmarlo? E infatti non mancano dubbi, come quello espresso ieri dal presidente dell’Autorità Portuale di Trieste , Zeno D’Agostino: «È tutto pronto a Trieste per siglare un accordo, rispettando tutte le regole, non svendendo alcunché ma anzi potenziando la parte pubblica. Se però – indica D’Agostino – non dovesse essere firmato il “grande” accordo, probabilmente non saranno siglati nemmeno gli accordi di più piccola entità».

PROBABILMENTE NON È L’UNICO così come potrebbe darsi che non tutte le aziende eventualmente coinvolte abbiano intenzione firmare alcunché. Intanto, per arrivare all’eventuale appuntamento con il presidente cinese Xi Jinping con il fiato alla gola, martedì mattina il presidente del consiglio Conte riferirà alla Camera sulla questione (in contemporanea con quelle sul prossimo Consiglio Ue), dopo richieste giunte dalle opposizioni.

I gruppi parlamentari che lo vorranno dovranno presentare due distinte risoluzioni, che verranno votate dall’Assemblea separatamente.