Che succede quando a firmare un romanzo illustrato sono da un lato un prolifico e pluripremiato scrittore di racconti infantili, Davide Calì, e dall’altro, un illustratore famoso della scena underground italiana, quale Squaz? Quasi sicuramente, trattandosi di autori esperti di infanzia e trasgressione, il libro si centrerà su quel momento speciale, quella terra di confine che si calpesta quando si è sospesi tra la fanciullezza e l’età adulta: anni di confusione e delizia, di grandi dubbi, ma anche di profonda disobbedienza e turbamento. “Tutte le ossessioni di Victor” (Diábolo Edizioni, 2015), uscito a marzo nelle librerie italiane, spagnole e francesi (il marchio editoriale è italo-spagnolo) è la storia di un uomo ormai adulto che, dopo l’ultima storia d’amore naufragata, imprende un cammino di autoanalisi, affrontando la materia sentimentale in un excursus cronologico di cottarelle, fidanzatine e amori più o meno giovanili. Soggiogato dalle sue fobie, che sembrano affliggere in parte anche il resto della sua esistenza, Victor si apre al lettore, cercando il bandolo della sua patologica inettitudine.

Così, con un discorso accurato e meticoloso, che tradisce gran parte dell’ossessività di Victor, Davide Calì traccia un personaggio schietto ma complesso, alle prese con una miriade di oggetti feticcio e di ricordi sgradevoli, messi al servizio adesso dell’autoterapia. Non manca di certo una buona dose di ironia, sempre però asciutta e mai auto compiaciuta: Victor non si lamenta né dispera; si limita a narrare con ritmo ed efficacia le sue disavventure. Il resto dell’immaginario, in un’ambientazione che ricorda l’Italia di provincia degli anni ’80, lo costruisce la versatile mano dell’illustratore tarantino: una cornice narrativa disegnata a china con la tecnica del tratteggio, in bicromia, che da al discorso di Victor un tono meditativo, a mo’ di introduzione e di bilancio finale. Nel corpo centrale del racconto troviamo i veri e propri episodi, organizzati in ossessioni- criceti, peli, racchette da tennis, ma anche crêpes e pizza- affrontati sulla pagina con disegni dai colori pieni e vivaci. Squaz fa sfoggio di una totale libertà nell’organizzazione del testo, abolendo griglie o strutture troppo rigide a favore della spalsh page , ma incorniciando importanti dettagli dentro a piccole vignette: una flessibilità che si estende anche ai baloon, che quando non vengono direttamente eliminati, hanno forme diverse e irregolari. Il risultato è una grande varietà testuale: nelle inquadrature, per esempio, la narrazione passa con disinvoltura dai primi piani alla figura intera, si sofferma su dettagli (come mani e piedi) anche completamente slegati dalla figura, senza però mai venire meno all’espressività del protagonista, che sa strapparci un sorriso tanto sono assurde, ma in fondo comuni, le sue idiosincrasie.

Così interpreta Squaz il personaggio nato dalla fantasia di Davide Calì, che è un bambino desideroso di scoprire i segreti della sessualità e di rapportarsi al mondo femminile, e che, senza mai capirlo fino in fondo, colleziona una lunga serie di infatuazioni ognuna legata a un preciso ricordo (più o meno) traumatico; un giovane che al tempo stesso non nega la sua parte responsabilità nel fallimento dei propri ideali e che progressivamente diviene più audace e più risoluto nelle sue decisioni. Verso la fine del romanzo, dopo aver affrontato l’esame di maturità, perseguitato dalla diceria che circolino in giro miracolose pillole per la memoria e scosso dal loro effetto, il protagonista sembra trovare la sua strada nella nona arte. Qui, come spesso accade con le storie in prima persona che affondano, purché con leggerezza, nella psicologia di un personaggio, fa capolino il materiale autobiografico: dalla fascinazione per il fumetto collezionato dal padre, all’emozione per il primo colloquio con l’editore al quale si arriva sempre con un’idea precisa e se ne esce con tutt’altra. Episodi che non mancano nella carriera di un buon fumettista e che gli autori sanno rendere perfettamente sulla pagina. I numerosi personaggi che accompagnano Victor in questo viaggio a ritroso nella formazione della sua personalità gli brindano l’opportunità di farsi conoscere dal lettore: vediamo Victor in relazione con le ragazzine e poi con le donne, sì, ma anche con i propri genitori, perlopiù ignari dei tumulti che scuotono il cuore e il corpo del figlio, e con amici e parenti. Non possiamo fare a meno di affezionarci al giovincello spavaldo e imbranato: ne abbiamo conosciuti molti come lui, o forse noi stessi siamo ancora un po’ così, inclini a continui ed estenuanti percorsi di autoanalisi, ma ossessionati da certi ricordi che non possiamo fare a meno di collegare ad attuali sconfitte. Un libro che, senza la pretesa di dare risposte alle crisi esistenziali, né di fornire spiegazioni, sorprenderà e divertirà quella parte di noi che si è rifiutata di crescere. Squaz sarà presente al Napoli ComiCon (29 Aprile-03 Maggio) allo stand di Diábolo Edizioni (E34) e firmerà le copie per i lettori.