Lo straordinario attacco di questa settimana da parte di alcuni dei consiglieri della Casa Bianca contro Anthony Fauci, il principale esperto Usa di malattie infettive, ha portato ancora più alla luce l’ostilità di Trump nei confronti dei dati e le analisi scientifiche che dovrebbero guidare l’approccio del governo alla pandemia.

Questi attacchi hanno provocato tensione con tutta l’area degli scienziati governativi e dei professionisti della sanità pubblica che lavorano per porre fine all’emergenza da corinavirus.

Un coro di voci si sta unendo a Fauci, inclusa quella di Mick Mulvaney, il capo dello staff della Casa Bianca durante l’inizio della pandemia, il quale ha parlato pubblicamente e con crescente urgenza della crisi in modi che contraddicono il presidente. Con i numeri dei decessi in salita e quello dei contagi che sembra inarrestabile, Trump è sempre più isolato nell’affermare che tutto va per il meglio.

«Anche se potessimo bloccare magicamente tutti nella loro stanza e nessuno trasmettesse il virus a nessuno, nelle prossime settimane vedremmo comunque un aumento dei decessi» ha dichiarato al Washington Post Catherine Troisi, epidemiologa della UTHealth School of Public Health di Houston, Texas, una delle città più colpite. In questo quadro Fauci continua ad essere interpellato dai media che cercano di dare una guida a un Paese allo sbando, dove l’uso della mascherina in pubblico è ancora visto come una battaglia politica e non come la misura basica per contenere le infezioni.

Durante un’intervista all’emittente televisiva Pbs, Fauci ha invitato a seguire l’esempio di New York, uno dei 9 Stati Usa dove la pandemia è sotto controllo. «New York è stata l’epicentro dell’epidemia con più di 10.000 nuovi casi al giorno durante l’apice del picco ad aprile. Ora le nuove infezioni quotidiane sono 776, e giovedì meno dell’1% dei testati per il virus sono risultati positivi, si partiva da oltre il 40%».

Il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, ha dichiarato che ciò che è accaduto a New York è stato possibile perché si sono fidati degli scienziati. Come risposta il segretario stampa della Casa Bianca Kayleigh McEnany, ha affermato che il presidente in autunno vuole gli studenti in classe e le scuole aperte: «La scienza non dovrebbe ostacolare la riapertura delle scuole».