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Troy Baker, anima e pixel

Troy Baker, anima e pixelTroy Baker

Videogioco L'attore musicista non presta solamente voce, ma per il nuovo capitolo anche il corpo

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 12 aprile 2014

Troy Baker, nato a Dallas nel 1976, è una star dei videogiochi, ha dato la voce a personaggi indimenticabili, tra cui Ocelot in Metal Gear Solid V, Jake Muller di Resident Evil 6, Snow di Final Fantasy XIII ma soprattutto Joel di The Last of Us e Booker di Bioshock Infinite. Inoltre è un musicista e suona e canta con un compositore di genio come Akira Yamaoka, autore delle musiche di Silent Hill.

La sua voce ha dato a vita a personaggi sempre diversi trasformandosi ogni volta con arte e sensibilità ma in inFamous Second Son Troy Baker ci ha messo la faccia, interpretando il protagonista Delsin Row.

Come è iniziata la tua carriera da doppiatore nei videogiochi?

Penso di essere una delle persone più fortunate del mondo a lavorare in questo settore. Facevo il musicista e mentre registravo mi alternavo in lavoretti come la pubblicità per automobili. Un mio collega lavorava a Gear Box, dove stavano progettando Brothers in Arms, e mi ha detto che avevano bisogno di un attore, così ho avuto «la parte» du Matt Baker e mi sono ritrovato catapultato in una nuova carriera. Poi è arrivato Snow di Final Fantasy XIII, un ruolo che mi ha portato verso nuovi livelli di professionalità. Ma l’ultimo anno è stato fantastico, perché ho recitato in due giochi enormi come Bioshock Infinite e The Last of Us.

Cosa suoni? Ci puoi dire qualcosa della tua esperienza con Akira Yamaoka?

Suono un po’ di tutto. Piano, basso, chitarra… Sono cresciuto tra gli strumenti. Questa primavera uscirà un mio disco e sono molto eccitato dalla prospettiva. È stato un onore e un privilegio suonare con Yamaoka. Un’esperienza magnifica. Mi ha chiesto se potevo cantare e ho cantato, poi mi ha chiesto se volevo suonare il basso e l’ho fatto. Erano cinque anni che non lo suonavo e ho dovuto farlo a Parigi davanti a cinquemila persone.

Hai dato la tua voce a molti grandi personaggi dei videogiochi, cosa ha significato interpretare Delsin anche con il tuo corpo di attore?

È stata un’esperienza molto interessante perché di solito sparisco dietro il personaggio. Voglio annullarmi nel personaggio. Ma sono molto orgoglioso di essere diventato con tutto me stesso una parte del gioco e di una serie che ho sempre ammirato. Sono davvero soddisfatto del lavoro svolto. Poi è bello andare in giro e vedere la pubblicità del gioco è realizzare che sono io, oppure vedere i modellini… Sono io!

Seattle è la città dove esplose il fenomeno della musica «grunge». Cosa ne pensi di quel genere di rock?

Nel trailer intitolato «touch me, I’m sick» abbiamo utilizzato una canzone dei Mudhoney. Così quando lo proiettiamo sto molto attento per vedere se il pubblico riconosce la canzone, e se qualcuno esclama «Mudhoney» sono soddisfatto! Seattle, dove si svolge il gioco, non perderà mai la sua aura di ribellione rock. Tra gli edifici che si possono ammirare in inFamous c’è anche quello della leggendaria etichetta SubPop. I Nirvana, i Soundgarden, i Temple of The Dog sono band con cui sono cresciuto e che fanno parte della mia cultura. E penso che abbiano influito anche su Delsin, che è davvero un personaggio punk. Penso che ci sia molto di Sid Vicious in Delsin.

Il cinema?

Ultimamente sono molto impressionato da Matthew McConaughey, quello che ha fatto in Killer Joe o nella serie HBO intitolata True Detective è incredibile. Lui è magnifico. Ora il cinema sta guardando ai videogame, non per imitarli ma per studiarne i meccanismi del racconto, per capire cosa li trasforma in qualcosa di ancora più coinvolgente di un film. Una cosa affascinante.

 

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