Christian Alfonso Rodríguez Telumbre, uno dei 43 studenti desaparecidos di Ayotzinapa, è stato individuato attraverso l’analisi di alcuni suoi resti. A darne l’annuncio è la Fiscalia Generale della Repubblica (Fgr). La notizia da un nuovo impulso alla ricerca di verità e giustizia per gli studenti della Scuola Normale Rurale Isidro Burgos, scomparsi tra il 26 e 27 settembre del 2014, a Iguala, nello stato del Guerrero in Messico. Quella notte un commando formato da polizia municipale, federale, e gruppi armati in borghese attaccò sei diversi autobus, uno anche della locale compagine giovanile di calcio, uccidendo sei persone, ferendone decine e facendone sparire 43.

La notizia, scientificamente confermata, seppellisce definitivamente la mal chiamata «verità storica» che lo stato ha cercato di propinare dal novembre 2014 al Messico e al mondo. Gli studenti non sono stati uccisi, per lo meno non tutti, nella discarica di Cocula e i loro resti non sono stati buttati, quanto meno non tutti, nel fiume San Juan come, invece, ha sostenuto la Procura Generale della Repubblica e rivendicato l’ex presidente Enrique Peña Nieto. I sopravvissuti all’attacco, così come i parenti dei 43, i loro avvocati e le indagini indipendenti hanno sempre combattuto la verità storica, mostrando molte incongruenze scientifiche e investigative.

Il procuratore speciale per il caso Ayotzinapa, Omar Gómez Trejo, ha reso pubblica l’analisi svolta dall’Università di Innsbruck, in Austria, martedì 7 luglio, e anche il Gruppo Argentino di Esperti Forensi, che dal 2014 segue i genitori degli studenti desaparecidos ha validato lo studio.

Il frammento osseo dell’allora diciannovenne è stato recuperato a novembre 2019 nel burrone «La Carnicería», che si trova a 800 metri dalla discarica di Cocula, insieme ad altri resti, dall’Unità investigativa speciale e contenzioso per il caso Ayotzinapa del procuratore generale della Repubblica. Già nel 2014 le prime indagini guidate da Tomas Zeron – oggi in fuga dal paese con un mandato di cattura nei suoi confronti – avevano perlustrato la zona, ma allora non si erano trovate, o cercate, prove.

Il Centro per i Diritti Umani Miguel Agustín Pro Juárez, che segue legalmente i parenti dei 43 studenti, ha dichiarato: «Le famiglie hanno detto che avrebbero accettato la verità tanto dolorosa solo se supportata da prove scientifiche; Questa identificazione conferma che ci sono ancora innumerevoli aspetti da chiarire.

Le indagini devono continuare per spiegare completamente cosa è successo, punendo sia i responsabili della scomparsa che i responsabili della manipolazione».

La significativa accelerazione, delle ultime settimane, di Fgr e Lopez Obrador al caso Ayotzinapa arriva dopo le critiche ricevute dai parenti dei 43 sul ritardo nella ripresa delle indagini, e più che approfondire il grido «Fue El Estado» (fu lo Stato) parrebbe accettare la logica delle mele marce e quindi responsabilizzare Peña Nieto e il suo staff assolvendo l’istituzione statuale.