Non ci sono melodie conosciute al mondo come Ciumachella de Trastevere o Roma nun fa’ la stupida stasera, dei veri capolavori che hanno raccontato non solo una parte di quella bella presenza italiana nel mondo ma anche dei capolavori di sintesi creativa realizzati da un grande maestro quale era Armando Trovajoli. Il più napoletano dei romani giacché è stato quello che con le sue musiche ha raccontato la città come pochi. Infatti sue sono le colonne sonore di Matrimonio all’italiana, Operazione San Gennaro, Profumo di donna, Maccheroni.
Di quest’ultimo, con la regia di Ettore Scola, il maestro ricordava con enorme dolcezza le musiche composte per il grande amico Marcello Mastroianni per il quale scrisse delle pagine bellissime così come si ascoltano in uno dei film più sinceri del regista romano. Per Matrimonio all’italiana scrive musiche molto toccanti che poi trasforma in suite dove riprende un tema struggente, quello interpretato da Fred Bongusto in O ciel ce mann sti ‘ccose. Per non parlare del perfetto equilibrio fra musica popolare e sinfonismo che costituisce la partitura del film di Dino Risi Operazione San Gennaro, dove anche l’uso degli strumenti della tradizione fa la sua importante parte. O come l’Aria di Napoli che si ascolta in Profumo di donna dove l’uso dello strillo napoletano caratterizza il tema naturalmente in tonalità minore che riecheggia Torero di Carosone.

CONSERVATORIO E JAZZ
Trovajoli, di cui ricorre il decimo anniversario della morte il 28 febbraio, nasceva dagli studi presso il Conservatorio di Santa Cecilia, e sapeva molto bene come suonare e come scrivere per gli strumenti. Approccia prima violino e poi pianoforte per diplomarsi con il massimo dei voti, intraprende la carriera come pianista e predilige soprattutto il jazz di cui diventa un infaticabile esecutore. Ma non è contento dei suoi studi e quindi decide di dedicarsi alla composizione frequentando i corsi della Chigiana con un grande maestro quale è stato Angelo Francesco Lavagnino. Da lui e con lui apprende il difficile lavoro artigianale di scrivere musica per altri. Nel contempo non manca di esercitare la propria professione e quindi partecipa a una importante competizione in Francia dove suona il pianoforte in trio con Gorni Kramer e Gil Cuppini. Ma il suo amore rimane l’orchestra pertanto riesce a creare in Rai quel nucleo fondamentale che sarà l’Orchestra di Musica leggera nella quale suoneranno i più importanti musicisti dell’ambito jazz e non solo. Questo gli permette di poter lavorare in Rai, cosa che aveva già intrapreso sin da subito quando fra il 1950 e il 1953 dirige e suona in diversi programmi radiofonici fra i quali ricordiamo Tè per due, dove dirige con Kramer, La penisola canta, Invito alla canzone, Preludio alla notte, Programissimo con Lelio Luttazzi, fino all’importantissimo Arcidiapason, spettacolo musicale in cui collabora con Mario Migliardi e Bruno Maderna. È anche il periodo in cui incide i primi dischi e scrive le prime canzoni come El negro zumbon (sarà una vera e propria hit) e Dimmi un po’ Sinatra. Questo lo porterà senza grande indugio ad accettare uno dei lavori più importanti della sua carriera, quello di compositore di commedie musicali.
E infatti, seguendo la scia di Gorni Kramer, arriva al tempio della commedia musicale, quello di Garinei e Giovannini. I due artisti sono in crisi poiché dopo l’abbandono di Kramer si barcamenano fra grandi produzioni affidate a Domenico Modugno e a Renato Rascel ma manca il compositore che gli permetterà il vero salto verso l’America. Nel 1962 esordisce il capolavoro Rugantino, dal quale sono tratte le due canzoni citate all’inizio. È uno spettacolo nuovo, forte dell’appartenenza italiana ma con melodie assolutamente moderne. Garinei e Giovannini balzano in avanti in poco tempo tanto da sfidare l’America e arrivare finalmente a Broadway. Ma non finisce così, la strada è tracciata e nel 1966 esordisce lo spettacolare Ciao Rudy con Marcello Mastroianni e poi sarà la volta di Aggiungi un posto a tavola del 1974 che decreterà definitivamente il successo di Trovajoli come compositore di commedie musicali. Sarà grazie a Johnny Dorelli e alle bellissime melodie composte che il musical, l’ultimo firmato da Giovannini, esploderà come una bomba registrando numeri incredibili di spettatori e di repliche. Non c’è una canzone che non funzioni a iniziare da quella del titolo a Valentina, a Concerto per prete e campane, oppure Notte da non dormire, L’amore secondo me; un musical perfetto.
Garinei proseguirà dopo la morte del sodale Giovannini ma non avrà mai più dei capolavori come quelli a firma Trovajoli. Il quale non contento si presta al gioco di reinterpretare la Tosca di Puccini in un film di Luigi Magni. Di questa opera non c’è molta memoria ed è un peccato poiché basterebbe la canzone interpretata da Gigi Proietti Nun je dà retta Roma a decretare il grande lavoro compositivo. Trovajoli sapeva ben scrivere l’amore verso la sua città. Come farà ad esempio quando proprio con Luigi Magni decreterà un tipo di scrittura romantico-romana. L’amicizia con il regista viene da lontano e si consacra certamente nel periodo delle lavorazioni con Garinei e Giovannini. Magni era molto legato professionalmente anche al melfitano Pasquale Festa Campanile del quale Trovajoli aveva scritto le musiche per Adulterio all’italiana e La matriarca. Il primo film di Magni è Faustina con le musiche di Trovajoli, al quale seguirà un primo capolavoro come Nell’anno del Signore per poi realizzare In nome del Papa Re dove ripercorre una intera tradizione romantica assieme al recupero di melodie antiche e popolari. Questi due film sono dei veri capolavori di musica applicata. Trovajoli ritornerà alla romanità con Il Conte Tacchia di Sergio Corbucci.

AL CINEMA
Trovajoli si legherà poi a due portenti del cinema italiano: Ettore Scola e Dino Risi. Con il primo sarà una collaborazione ininterrotta che prende piede con Se permette parliamo di donne per proseguire con L’arcidiavolo, Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?, Il commissario Pepe, Dramma della gelosia, fino a C’eravamo tanto amati, Una giornata particolare, La famiglia e la trilogia di Troisi Che ora è, Il viaggio di Capitan Fracassa, Splendor. Per Scola, Trovajoli dà sfogo alla sua vena romantica e malinconica inventando temi molti toccanti e di ampio respiro. Sarà un sodalizio fondamentale. Per Risi, invece, scriverà molti lavori partendo da I mostri, Straziami ma di baci saziami, Vedo nudo, La stanza del vescovo fino a Giovani e belli. Nella collaborazione con Scola Trovajoli riesce a trovare un punto d’incontro, di riconoscimento, quasi a voler marchiare sonoramente quel connubio. Lo è di fatto l’uso che fa delle brevi melodie, dell’intimismo tematico lieve che usa ad esempio nei primi due film con Troisi. Ma anche da temi di un’epica antica come accade in Maccheroni, storia a tutta orchestra di una malinconica amicizia. Mentre per Risi il lavoro che Trovajoli fa è di sottrazione, non crea temi d’ampio respiro per lasciare lo spazio alla narrazione del regista. Diverso è quando affronta le commedie come Straziami ma di baci saziami, Sessomatto, Vedo nudo, Telefoni bianchi. Ma basti ascoltare ciò che crea per La stanza del vescovo, un tema creato al mood essenziale, quasi satiano e di una bellezza infinita. Negli ultimi anni Trovajoli abbandona la scrittura, lascia solo le partiture per Concorrenza sleale di Scola, il suo ultimo film.