Il Comitato per le primarie del centrosinistra di Napoli ha bocciato ieri il ricorso presentato da Antonio Bassolino, otto contro uno (Centro democratico). L’ex governatore chiedeva l’annullamento del voto in 5 su 78 seggi. «Alcuni episodi avvenuti a Napoli non vanno sottovalutati ma non inficiano la validità delle primarie – ha commentato il vicesegretario dem, Lorenzo Guerini -. C’è stata una valutazione di alcuni dirigenti del Pd ma questo non ha alcun legame con la decisione della commissione. Mi piacerebbe che tutti si rimboccassero le maniche invece di aprire ogni giorno un nuovo fronte polemico». Il riferimento di Guerini è quanto aveva detto in mattinata l’ex segretario, Pier Luigi Bersani: «Ho trovato irrituale che ci siano stati pronunciamenti di dirigenti nazionali prima della commissione di garanzia: non si è mai visto. E anche rigettare il ricorso perché fuori tempo massimo mi è parso lievemente burocratico. Registro un disagio in giro per l’Italia e suggerisco sempre un comportamento più rigoroso davanti a queste cose».

La minoranza si è fatta sentire anche con Gianni Cuperlo: «Si pone un tema che è la necessità di superare la giurisprudenza domestica. Sarebbe opportuno affrontare il tema della responsabilità dell’organismo di garanzia nazionale». E ancora: «Sono profondamente indignato dal fatto che il nostro partito riempia le pagine di giornali con vicende come quelle delle primarie a Napoli. Queste vicende pongono un problema a tutti, a partire dalla responsabilità del gruppo dirigente». E’ ancora Guerini a replicare: «Forse bisognerebbe approfondire le regole che ci si è dati a Napoli: il comitato dei garanti è l’organo di prima e ultima istanza cui tutti i candidati hanno dato il loro assenso. Non è un organo di garanzia del Pd ma di coalizione. Diverso è il discorso sul comportamento di singole persone tesserate al Pd: in quel caso ci sono le procedure previste dallo statuto».

Durissimo Bassolino: «Invece di riflettere e discutere, il Pd chiude gli occhi. È un colpo di spugna che offende le primarie e la città». In mattinata un post al vetriolo: «Ai vertici del Pd qualcuno ha già emesso il verdetto. È una sentenza preconfezionata?». La riunione era cominciata alla 12, all’appello mancava Tommaso Ederoclite, componente della segretaria provinciale dem, che martedì sera aveva inviato una mail di dimissioni dal Comitato, e Alessandro Zampella per il Psi.

I due rappresentati dell’ex governatore avevano chiesto la diretta streaming, richiesta bocciata, così escono e accusano: «Valente ha presentato un documento chiedendo che il ricorso di Bassolino venga ritenuto irricevibile perché presentato dopo la scadenza delle 24 ore, entro cui è possibile ricorrere contro il voto nei singoli seggi». Una manciata di minuti ed escono di nuovo, questa volta per abbandonare la seduta: «Non discutiamo inutilmente il ricorso per poi farcelo dichiarare illegittimo per un cavillo». I due avrebbero voluto convincere la commissione a imporre un ritorno al voto nei 5 seggi oggetto di discussione. Dieci minuti e abbandona anche il rappresentante di Area Riformista (che ha sostenuto Marco Sarracino).

I lavori proseguono e nel pomeriggio il presidente, Giovanni Iacone, ufficializza il risultato: «Il ricorso è stato presentato fuori dai termini. Nonostante questo, lo abbiamo esaminato bocciandolo anche nel merito perché gli episodi contestati non determinano la invalidità dei seggi: come certificato dai verbali, non si è verificata alcuna irregolarità né si è impedita la libertà di voto. Si è votato per 13 ore in 78 seggi e nel video si vedono due minuti e mezzo di immagini». Secondo Iacone, Bassolino ha ancora 48 ore di tempo (a partire da ieri) per presentare un nuovo ricorso sul risultato complessivo ma Guerini invece precisa: «Il verdetto non è appellabile». Sarà poi la Commissione di garanzia del Pd a avviare un’istruttoria sui singoli iscritti, finiti nei video di Fanpage mentre distribuivano monete da un euro e davano indicazioni di voto, e comminare eventualmente le sanzioni.

Ratificata anche l’elezione di Valeria Valente, che ha teso un ramoscello d’ulivo all’avversario: «Sono certa che Antonio lavorerà insieme con noi». Sul ricorso: «Il rigetto non cancella eventuali responsabilità che, se accertate, richiederanno severe e rigorose sanzioni». I sostenitori dell’ex governatore incitano alla battaglia: «Vai avanti da solo» scrivono sui social e c’è chi dice che si stanno già preparando le liste. L’eurodeputato Andrea Cozzolino (ex bassoliniano) invita alla pace: «Credo che Valente e il gruppo dirigente del Pd a livello nazionale debbano interloquire con Bassolino». Intanto i 5 Stelle hanno presentato un’interrogazione al ministro degli Interni, mentre Grillo scrive sul blog: «Guerini e Valente devono presentarsi in antimafia. L’omertà piddina è un regalo alla camorra».