Il titolo è Ai confini tra Sardegna e jazz, come sempre. Com’è da 33 anni. Ma il festival di Sant’Anna Arresi, questa volta in programma dall’1 al 9 settembre, guarda oltre i confini per annullare i confini in nome della musica «di punta». Come sempre. E, questa volta più che mai, collegandosi idealmente all’onda inarrestabile delle migrazioni, liberamente volute e liberamente compiute. A Porto Pino, la spiaggia di Sant’Anna Arresi, ci sono frequenti sbarchi liberi, diciamo free come è il jazz che predomina nel festival. Sbarchi silenziosi, senza autorizzazioni di burocrazie e controlli polizieschi.

Jazz libero dagli Stati uniti e dall’Europa. Il nome che spicca in questa edizione numero 33 è quello di Tyshawn Sorey. Lui realizzerà il 7 settembre con diciotto studenti del Conservatorio di Cagliari la Conduction n. 200 riprendendo un progetto abbozzato prima della morte da Butch Morris, tante volte ospite del festival e a buon diritto considerato il «padre» del più avanzato metodo di conduction. Sorey, trentottenne, afroamericano, è pianista, percussionista e trombonista tra i più importanti e più sperimentali nell’ambiente jazzistico (sarebbe meglio dire: post-jazzistico) odierno. L’anno scorso sedusse il pubblico di Sant’Anna Arresi in una apparizione rapida, quest’anno avrà per sé tutta la scena nelle vesti di ideatore e compositore istantaneo.

Tra le novità per questa rassegna l’assortimento di indirizzi musicali è notevole. La francese Eve Risser a capo della White Desert Orchestra (1 settembre) è sul crinale tra libera improvvisazione e composizione cameristica avant-garde. Gli italiani dell’ensemble Roots Magic, che apriranno il festival, elaborano in chiave free grandi classici del jazz moderno con attenzione speciale alle inflessioni blues. Il duo italiano A-Septic formato da Stefano Ferrian al sax e da Simone Quatrana al pianoforte (7 settembre) pratica l’ultra-free più radicale. Dr. Lonnie Smith, afroamericano di 76 anni, vecchia volpe dell’organo Hammond (8 settembre), suona un soul-jazz con radici gospel molto poco ortodosso.

Tra i musicisti che tornano più o meno spesso a Sant’Anna Arresi si notano subito i nomi di David Murray, Rob Mazurek, Joe McPhee, Alexander Hawkins. Murray, passionale e sontuoso saxtenorista, suonerà con un suo quartetto il 2 settembre e il 5 con un quartetto denominato Sant’Anna Arresi Black Quartet in cui figurerà anche Tyshawn Sorey. Mazurek, cornettista e compositore americano, sarà in scena il 4 con un inedito gruppo chiamato Chicago London Underground e in duo col trombettista Gabriele Mitelli il 5. McPhee, sassofonista e trombettista afroamericano, tra i più visionari jazzmen viventi, azzarderà una partnership con il duo di folli punk-free Talibam! (3 settembre). Hawkins, pianista inglese estroso e sperimentatissimo, guiderà un quartetto il 6 settembre.