Ci sono quattro indagati per il deragliamento del treno nella stazione di Pioltello: si tratta di Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi (Rete ferroviaria italiana) e Umberto Lebruto, direttore produzione della stessa società; Cinzia Farisè e Alberto Minoia, rispettivamente ad e direttore operativo di Trenord. L’ipotesi di reato è, oltre a disastro ferroviario colposo, anche omicidio colposo plurimo per la morte delle tre donne nell’incidente di giovedì scorso. Altre 46 persone sono rimaste ferite.

L’ISCRIZIONE È UN ATTO dovuto per consentire agli indagati di partecipare, tramite loro esperti, alla super consulenza e alle autopsie. Nei prossimi giorni saranno iscritte nel registro degli indagati per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti anche Rfi e Trenord: da quanto si è saputo ieri, anche questo è un passaggio ritenuto scontato.

Ieri Rfi ha incontrato i sindacati, che da diversi giorni chiedevano un confronto: domenica la Usb aveva anche indetto quattro ore di sciopero per la sicurezza. La società controllata da Fs, gestrice e responsabile della rete su cui il treno effettuava la corsa, ha visto i rappresentanti di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Taf e Fast Mobilità. «In attesa delle conclusioni delle indagini e nel pieno rispetto del lavoro dell’Autorità giudiziaria, l’azienda e le organizzazioni sindacali hanno condiviso e ribadito l’importanza della sicurezza come missione fondamentale di tutti i processi produttivi della società – spiega una nota dei sindacati – In tal senso le parti hanno confermato la validità del tavolo permanente per la sicurezza».

Rfi ha poi comunicato che, dal momento del dissequestro da parte dell’autorità giudiziaria, saranno necessari circa quattro giorni per la riapertura completa della linea.

PER QUANTO RIGUARDA le indagini, nuovi elementi dovrebbero arrivare dall’ispezione dei carrelli dei vagoni deragliati, in particolare il terzo e il primo a scarrocciare. Gli investigatori, con i consulenti nominati dai pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti e dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, hanno concluso i rilievi sui binari interessati dall’incidente e all’interno dei vagoni. Si dovrà capire anche se la tavola di legno posizionata sotto il tratto di rotaia che è saltato abbia in qualche modo influito sulla dinamica dell’incidente, e soprattutto chi la abbia posto in loco e quando.

Quanto al deragliamento, vale la pena ricordare quanto suggerito dai ferrovieri di In marcia, rivista del settore, che da anni sollecitano Fs ad adottare il «rilevatore di svio»: un meccanismo del costo di soli 800 euro a carrozza che fa frenare automaticamente il treno quando la ruota esce dalla rotaia, ed evita la corsa per chilometri dopo il deragliamento. Strumento che, come ha ricordato Dante De Angelis qualche giorno fa al nostro giornale, sarebbe stato utile anche a limitare i danni nell’incidente che causò il rogo di Viareggio: punto riconosciuto, peraltro, dai giudici nelle sentenze di condanna al processo.

TORNANDO ALL’INDAGINE, gli inquirenti attendono di poter utilizzare una gru per sollevare i vagoni e fare i rilievi sulla parte sottostante, quella dove hanno sede il carrello e le ruote. Rilievi che potrebbero aiutare a far luce su cause e dinamica del deragliamento, e che confluiranno nella super consulenza disposta dalla Procura.

Ieri i pendolari della Lombardia hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedendogli un interessamento diretto e invitandolo ad andare sul luogo del deragliamento.