«Ora bisogna restare compatti, e lavorare per assicurarsi di non replicare in Abruzzo l’amara sorpresa sarda». Su questa base Fdi, Lega e Fi hanno siglato ieri nella tarda sera una tregua sulle regionali. Un’intesa arrivata dopo 48 ore di incertezza e di serrato confronto: «I presidenti di Basilicata, Piemonte ed Umbria che hanno ben governato saranno i candidati di tutto il centrodestra unito ai prossimi appuntamenti elettorali regionali», scrivono gli alleati in una nota congiunta precisando che «si tratta della conferma del presidente Vito Bardi per la Lucania, del presidente Alberto Ciro per il Piemonte e della presidente Donatella Tesei per l’Umbria». La sconfitta in Sardegna doveva essere una scossa, e così è stata: «Qualcosa si è sbagliato» ma sarà uno «sprone a fare sempre meglio», aveva detto appena pochi minuti prima che uscisse la nota la stessa premier Giorgia Meloni a Tg2 Post. Ma il nervosismo tra gli alleati è tangibile per tutta la giornata. E più di una fonte – alla luce dell’intesa – parla di «una tregua armata» tra i leader.

Sul tavolo, secondo indiscrezioni dell’ultima ora, ci sarebbe anche l’ipotesi avanzata dalla stessa Lega di un nome alternativo a Luca Zaia per il Veneto il prossimo anno, che sgombrerebbe il tavolo almeno per ora dalla querelle del terzo mandato. La giornata però era stata puntellata da continue baruffe soprattutto tra Lega e Fdi.
Blindati gli uscenti, ora c’è però da pensare all’Abruzzo. Il 5 marzo i tre leader sono attesi per un comizio comune a Pescara a sostegno del governatore uscente Marco Marsilio, fedelissimo di Meloni.