Gli esiti del processo di pace, in Colombia, sono tutt’altro che scontati. L’agenda decisa all’Avana tra il governo di Manuel Santos e la guerriglia delle Forze armate rivoluzionarie colombiane (Farc) sta però muovendo i primi passi. Ieri, nella città di Villavicencio, capitale del Dipartimento di Meta, si è aperto il primo dei tre forum regionali relativo alle persone che sono state colpite dalle cause del conflitto armato, lungo cinquant’anni. Due giorni di discussione pubblica a cui partecipano anche i dipartimenti di Vichada, Caqueta, Guaviare, Guainía, Vaupes, Amazonas, Casanare y Cundinamarca. Le proposte riguardano il tema della giustizia, la riparazione nei confronti delle vittime e, soprattutto, la garanzia che le cause che hanno portato i danni non possano ripetersi.

A conclusione del foro, che si svolge sotto l’egida della sezione colombiana delle Nazioni unite e del Centro de Pensamiento y Seguimiento al Proceso de Paz de la Universidad Nacional, le proposte conclusive saranno portate al tavolo di trattativa in corso a Cuba, al quale, con lo stesso spirito, hanno già partecipato i rappresentanti delle vittime del conflitto. Uno dei principali aspetti in discussione è quello che riguarda al costruzione di spazi di riconoscimento per i diritti e la dignità di tutti coloro che sono stati danneggiati dal conflitto. Un altro incontro è stato organizzatoper il prossimo 10 e 11 di luglio a Barrancabermeja (Santander), nel quale è prevista la partecipazione dei Dipartimenti di Antioquia, Norte de Santander, Santander, Arauca, Boyaca, Bolivar e Cesar. Una settimana dopo, Barranquilla ospiterà l’ultimo dei tre forum. Il 5 e 6 di agosto, è anche in programma un incontro a livello nazionale che si svolgerà a Cali (Valle del Cauca). E’ attesa la partecipazione di oltre 200 delegati provenienti da diverse parti del paese.

Da novembre del 2012, governo colombiano e Farc hanno installato un tavolo di trattativa all’Avana,con l’appoggio del Venezuela e dell’Olanda. Finora, si sono raggiunti accordi parziali su tre dei cinque punti in agenda. Lo scorso 7 giugno, le parti hanno stabilito le dieci linee principali per trattare il tema delle vittime. Innalzando la bandiera del dialogo, Santos è riuscito a vincere nuovamente le presidenziali, scalzando l’estrema destra del suo ex amico e mentore, Alvaro Uribe, di cui è stato solerte ministro della Difesa. A dispetto del suo profilo neoliberista, Santos è stato sostenuto da un arco di forze di sinistra, e anche da una nuova formazione, il Frente amplio, forte soprattutto nella capitale Bogotà e deciso a vigilare affinché le proposte uscite dal tavolo di pace non rimangano lettera morta.

Nella prospettiva di una soluzione politica, un punto importante da definire resta il rientro in sicurezza della guerriglia. I precedenti tentativi sono sempre finiti nel sangue. Quest’estate, le Farc hanno compiuto 50 anni e l’Esercito di liberazione nazionale (Eln) li ha compiuti ieri, festeggiando con un volantinaggio che ha ricordato le cause del conflitto, tutt’ora irrisolte. Anche l’Eln partecipa ai negoziati, che si stanno svolgendo in Ecuador, ma con prudenza. «Dopo oltre 5 secoli di dipendenza e quasi tre sotto il giogo capitalista, continueremo ad affrontare il mostro, perché le ragioni oggettive della lotta non sono cambiate», ha scritto l’Eln.