Duecento braccianti costretti a lavorare nei campi in condizioni disumane, impiegati in turni di lavoro massacranti. Alle «scimmie», come spregiativamente venivano definiti, i loro aguzzini davano da bere l’acqua di un fosso di scolo. Una organizzazione piramidale, una vera cupola dello schiavismo calabrolucano. Un girone dantesco che emerge tra le carte dell’operazione Demetra, coordinata dalla procura di Castrovillari, con l’esecuzione di 60 misure cautelari tra Cosenza e Matera e il sequestro di 14 aziende agricole. Le ipotesi di reato sono associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Da un furgone partito da...